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Sergio Busquets: "Sciopero unico modo per farsi sentire. Iniesta? Che dire, è più di un 10"

Sergio Busquets: "Sciopero unico modo per farsi sentire. Iniesta? Che dire, è più di un 10"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
Oggi alle 20:26Calcio estero
di Alessio Del Lungo

Sergio Busquets sta continuando la sua carriera all'Inter Miami con Lionel Messi e Jordi Alba, ma resta comunque una leggenda del Barcellona, che segue con affetto: "Penso che tutti i tifosi - si legge sul Mundo Deportivo - siano molto entusiasti dei giocatori che hanno acquistato, per il modo in cui stanno giocando e spero possano continuare con questo ritmo fino alla fine della stagione".

Iniesta annuncerà l'addio al calcio l'8 ottobre.
"Cosa dire di Andres come giocatore, come compagno, come persona... Tutto quello che abbiamo vissuto insieme, l'orgoglio di poter condividere con lui gran parte della carriera. La verità è che è un 10 o più, se possibile. Il calcio non è eterno, come ogni cosa nella vita ed è arrivato il momento, così ha deciso, di ritiarsi e da qui gli auguro il meglio per quello che verrà".

Qual è la sua opinione sul calendario troppo fitto?
"Le partite sono in aumento. Penso che a livello fisico i giocatori siano più preparati, ma hanno anche più usura e le partite sono molto più intense. Anche se siamo i protagonisti, abbiamo un ruolo molto, molto piccolo in termini di quali tornei si giocano, quante partite per competizione... Penso che dovrebbe essere uno sforzo comune, ascoltando anche i giocatori. Alla fine l'organismo arriva a un momento in cui dice 'basta', ci sono tanti infortuni, ma nessuno si prende cura del giocatore. E penso che se decideranno di scioperare dovranno andarsene perché è così l'unico modo per farsi sentire, altrimenti è come se non avessimo voce in capitolo ed è preoccupante, a dire il vero".

Come sta Messi?
"È chiaro che Leo è reduce da un lungo infortunio e questo richiede di aumentare il ritmo, soprattutto nelle partite. Se ricordo bene, ci sono circa quattro partite che ha disputato e quella di Atlanta era un po' solitaria. Ho avuto infortuni del genere, gli resta ancora un po' di tempo per essere al cento per cento. Vuole essere lì, sta bene, non c'è rischio e ci sta aiutando tanto. Conosciamo la superiorità che genera per noi, cosa è capace di fare e poi proviamo a trovarlo di più in modo che possa essere il più letale possibile e avere il massimo impatto sul nostro gioco".

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