12 aprile 2005, Dida non sarà più lo stesso. Colpito da un fumogeno in Inter-Milan

Il 12 aprile del 2005, a San Siro, c'è di scena il derby. Non uno qualsiasi, perché stavolta Inter e Milan si giocano la Champions League, ma all'andata i rossoneri si sono imposti per 2-0. Non è una formalità perché nessuna stracittadina è semplice, ma quando Shevchenko insacca lo 0-1 di rapina, l'Inter deve segnare quattro gol per il passaggio del turno. Decisamente troppi.

E poi accade l'irreparabile. Nelson Dida, nella propria area, viene bersagliato dai fumogeni. O meglio, due cadono in area, l'altro lo colpisce fra l spalla e la testa. La maglia si brucia, lui copre con la sinistra la spalla e si tiene la testa con la destra. A chi si avvicina dice che non è nulla di grave e che sta comunque bene.

Le due squadre rientrano negli spogliatoi, Dida non lo farà. Andrà all'ospedale e poi, dopo un controllo, tornerà a casa e il giorno dopo dirà. “Di quell’incidente mi resta una bruciatura alla spalla, un ematoma, un dolore che sta passando e tanto dispiacere, è stato un danno per lo sport mondiale, il derby lo hanno visto in tutto il mondo. Quel bengala ha fatto più male al calcio italiano che a me. Sono andato a farmi visitare perché avevo troppo dolore. Sono andato per capire se c’era qualche problema serio e mi sono tranquillizzato”. L'Inter perderà a tavolino per 0-3, ma Dida non sarà più lo stesso.