28 novembre 2016, la Chapecoense precipita. 71 morti e solamente 6 sopravvissuti
Il 28 novembre del 2016 non ci sono partite, ma solo attese. Perché il volo LaMia 2933, collegamento charter fra l'aeroporto Internazionale Viru Viru in Bolivia e l'aeroporto di Rionegro-José María Córdova in Colombia, viene perso dai radar. A bordo c'è la squadra della Chapecoense in viaggio verso Medellín per disputare la finale della Coppa Sudamericana contro l'Atlético Nacional, la squadra conosciuta universalmente per essere stata, negli anni ottanta, la protetta di Pablo Escobar, re della droga e, appunto, della città di Medellin.
Incredibilmente una serie di motivazioni - come il ritardo accumulato per la richiesta di recuperare un videogioco da parte di un giocatore - ha fatto sì che il velivolo rimanesse senza benzina. Questo nonostante fossero iniziati le procedure di discesa verso Medellin, probabilmente pensando che sarebbe potuto arrivare fino alla destinazione senza controindicazioni, nonostante il serbatoio vuoto.
Dopo un rimpallo delle responsabilità che sarebbe dovuto francamente arrivare prima, ecco che il volo scende verso Medellin, colpendo però la cresta di una montagna da 2600 metri: 71 morti e sei sopravvissuti il bilancio della tragedia che, probabilmente, poteva essere tranquillamente evitata con una dichiarazione di emergenza. Tante le dimostrazioni di solidarietà nel mondo del calcio, con diversi club che hanno indossato i colori della Chapecoense nella settimana successiva l'incidente.