"Sogno la Samp con papà". Andrea Mancini e la profezia che si autoavvera. O quasi

“Cerco nuovi Yamal per il Barça e sogno la Samp con papà". Lo scorso gennaio parlava così Andrea Mancini in un’intervista alla Gazzetta dello Sport mostrando di non aver dimenticato il legame con il club blucerchiato di cui nella passata stagione era stato direttore sportivo costruendo quella squadra che Andrea Pirlo, fra mille difficoltà, era riuscito a portare a giocarsi i play off venendo poi eliminata al primo turno dal Palermo.
Un augurio di tornare in quella piazza che aveva reso grande e indimenticabile il padre Roberto Mancini da calciatore, che probabilmente non pensava potesse concretizzarsi già in questa stagione a pochi mesi di distanza dal divorzio con il club e l’approdo al Barcellona per entrare nello staff del direttore sportivo Deco. E invece nella giornata appena passata Mancini jr è tornato a sedere sulla poltrona di ds dei blucerchiati affiancato da un ex compagno del padre come Giovanni Invernizzi, in un’operazione di restyling in cui il presidente Matteo Manfredi ha deciso di affidarsi all’anima blucerchiata – vedi anche gli arrivi di Evani e Lombardo in panchina – per evitare la prima retrocessione in Serie C della storia.
In quell’intervista il giovane dirigente inoltre diceva “chissà, forse un giorno tornerò. Magari con papà in panchina, sognare non costa nulla”. E in effetti, nonostante le smentite a mezzo social, lo zampino del Mancio in questa nuova era in casa Sampdoria c’è. Perché Andrea è suo figlio, perché Evani e Lombardo sono stati – oltre che due compagni di squadra – i suoi collaboratori sulla panchina dell’Italia e perché Manfredi non ha nascosto che l’ex numero 10 è da sempre vicino a questa proprietà e “ci aiuterà a risalire la china”. Non dalla panchina, come si augurava il figlio, ma neanche in dirigenza visto che avrà un ‘ruolo non formale’ in questo nuovo capitolo del club genovese.
Quelle parole oggi, alla luce delle ultime vicissitudini, sembrano quasi come una profezia che si autoavvera.
