Il trionfo europeo e non solo: l'indimenticabile stagione 92/93 del Parma
La stagione '92-'93 per il Parma fu una delle più memorabili. Perché fu la prima volta che il club emiliano si aggiudicò una coppa europea, la Coppa delle Coppe. Grazie alla vittoria l'anno precedente della Coppa Italia, la squadra allora allenata da Nevio Scala si presentò al torneo come la cenerentola ma con un percorso incredibile arrivò in finale e battè l'Anversa per 3-1.
Fu la ciliegina sulla torta di un'annata da ricordare, che vide il Parma chiudere al 3° posto in Serie A, mentre le delusioni furono il ko col Milan nella Supercoppa Italiana e l'eliminazione ai quarti in Coppa Italia per mano di quella Juve che negli anni seguenti fu una delle grandi avversarie dei gialloblù.
A raccontare a TMW Radio questa stagione, a Storie di Calcio, sono stati alcuni protagonisti dell'epoca e di quella finale di Coppa delle Coppe a Wembley come Alessandro Melli e Stefano Cuoghi.
Alessandro Melli: "Stava nascendo una squadra sempre più convinta dei propri mezzi. C'erano giocatori che erano stati protagonisti già in B, ma che arrivanorono anche in Nazionale. La società poi inserì degli elementi nuovi nei punti in cui eravamo carenti, e lo fece sempre in maniera oculata, sbagliando poco. Visto lo spirito, eravamo consapevoli che potevamo battere chiunque. La vittoria della Coppa Italia dell'anno precedente fu il primo tassello importante del nostro percorso, che era partito da lontano. Siamo saliti di grado ogni anno, da quando siamo arrivati in Serie A nel 1989. La vittoria della Coppa Italia ci diede la consapevolezza che eravamo forti. Si vedeva che avevamo i mezzi per competere ovunque. Forse solo lo Scudetto non era alla nostra portata, visto che c'era il Milan degli invincibili, ma per il resto avevamo i mezzi per emergere. La Coppa delle Coppe? Come spesso succede, ci vuole anche di fortuna. Al primo match riuscimmo a vincere solo al ritorno 1-0, giocando non benissimo. Poi però la convinzione salì partita dopo partita. In semifinale incrociammo l'Atletico Madrid e per noi fu la vera finale. A Madrid andammo sotto ma la ribaltammo con due gol bellissimi nella ripresa. Al ritorno giocammo un po' con la paura, ma alla fine arrivammo alla finale con l'Anversa. A Wembley fummo stupiti di ritrovare loro ma non avemmo mai dubbi sul risultato finale. Non era presunzione ma consapevolezza dei nostri mezzi. Il mio gol del 2-1? Ricordo tutto benissimo. Il loro portiere mi fece una grande parata all'inizio, poi dopo l'1-1 abbiamo avuto 5 minuti in cui abbiamo perso le misure ma poi ci siamo ripresi e feci il gol su cross di Osio. E mi annullarono anche un gol bellissimo, che non mi è andato ancora giù Peccato poi non aver concretizzato quelle 2-3 occasioni che mi ero creato nella ripresa, ma per fortuna Cuoghi chiuse i conti. Fu una vera favola, soprattutto per chi come me partì col Parma dalla Serie C".
Stefano Cuoghi: "Quella vittoria della Coppa delle Coppe è sempre viva nei miei pensieri. Fu un'annata trionfante, ebbi la fortuna di segnare in uno stadio mitico, ma rimane un ricordo per tutti noi, non solo giocatori ma per i tifosi. Per me fu l'apice di un qualcosa di impensabile fino a poco tempo prima. In tanti dicevano che eravamo normali ma in realtà eravamo davvero forti. Rimane il top insieme alla vittoria della Coppa Italia dell'anno precedente. Un'esperienza con compagni straordinari con cui raggiunsi vette per me impensabili. Partimmo senza grandi ambizioni, invece raggiungemmo grandi traguardi. E finii la mia carriera come meglio non potevo. Dall'alto mi hanno voluto premiare per la mia dedizione".