Tagliafico (Ajax): "Roma, non è finita. Juve dominata, con l’Atalanta brucia ancora"
È all'Ajax dal 2018, di ruolo fa il terzino ma nonostante questo è recentemente diventato il miglior marcatore argentino della storia dei lancieri. Tra i segreti della bella favola scritta negli ultimi anni dalla squadra di mister Ten Hag, troviamo così senza alcun dubbio anche il classe '92 Nicolas Tagliafico. Padrone assoluto della fascia sinistra biancorossa e prossimo avversario della Roma nel ritorno dei quarti di finale di Europa League, è proprio il nazionale albiceleste che TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva per presentare la sfida di questa sera, ripercorrere i suoi precedenti con le italiane in Champions (Juventus e Atalanta) e commentare anche i rumors sul suo possibile approdo in Serie A (Inter).
Tagliafico, come avete analizzato la rocambolesca sconfitta dell'andata?
"Credo che abbiamo fatto una buona partita, anche se alla fine è arrivato un risultato diverso da quello che speravamo. Nello spogliatoio eravamo consapevoli di aver giocato bene e dato tutto in campo, abbiamo gestito le due fasi di gioco con intelligenza e la nostra gara è stata condizionata probabilmente dagli errori commessi nelle due aree di rigore. Ma non è certo finita qui...".
Che partita si aspetta stasera a Roma?
"Mi aspetto una partita più definita rispetto a quella della scorsa settimana, fin dai primi minuti di gioco. Da una parte noi cercheremo di segnare subito il primo gol per rimontare, dall'altra la Roma proverà invece a difendersi un po' di più per mantenere il vantaggio dell'andata. È tutto apertissimo ancora".
Che impressione le hanno fatto i giallorossi di Fonseca?
"La Roma mi è sembrata una squadra solida, piena di esperienza. Si difende bene con una linea di cinque giocatori, ma noi sappiamo come attaccarla e metterla in difficoltà. I giallorossi sono una compagine molto italiana, ben disposta tatticamente e intensa nel gioco, con un'ottima fase difensiva e diverse individualità di livello là davanti".
Primi in campionato con ben 11 punti di vantaggio sul PSV e ai quarti di finale di Europa League, che bilancio fa invece della stagione sua e dell'Ajax?
"La mia stagione finora è stata positiva. C'è ancora qualche partita da giocare, ma sento di aver dato anche stavolta il mio prezioso contributo alla squadra. Forse non ho fatto tanti gol e tanti assist quanti quelli degli ultimi due anni, però tutti insieme abbiamo vinto un gran numero di partite e trovato la solidità difensiva che ci era mancata. Stiamo continuando con entusiasmo il nostro percorso sia nei Paesi Bassi che in Europa, siamo felici e orgogliosi del nostro cammino. Avanti così".
Proprio grazie alle sue spiccate abilità offensive, nel 2-0 di metà marzo contro lo Zwolle ha scritto un bel record personale nella storia dell'Ajax.
"È un orgoglio immenso essere diventato il calciatore argentino con più gol segnati in questo club. Non l'avrei mai immaginato, quando sono arrivato qui volevo solo giocare e crescere. Non intendo comunque fermarmi a quota 13 reti, il mio obiettivo è fare più gol e più assist possibile per aiutare al massimo l'Ajax in ogni partita".
Qual è il segreto dell'Ajax di mister Ten Hag secondo lei?
"Oltre a essere un allenatore molto bravo tatticamente e strategicamente, che cura ogni singolo dettaglio tanto in partita quanto in allenamento, il punto di forza di mister Ten Hag è che cambia di continuo: propone sempre idee nuove, non rinuncia mai a mettere in discussione il suo gioco per provare a evolversi e perfezionarsi. Erik sa che a un certo punto gli avversari iniziano a conoscerci, a sapere come giochiamo e ci schieriamo in campo: a questo punto rivoluziona quindi i suoi concetti e i suoi principi, trovando nuove soluzioni per renderci imprevedibili".
Lo sa bene la Juventus, eliminata proprio dal suo Ajax in Champions due anni fa.
"Ho sofferto molto contro la Juve, ho dovuto vivere la gara di Torino come un tifoso e non in campo perché ero squalificato. Ricordo un primo tempo duro, molto equilibrato, ma anche una ripresa in cui l'Ajax ha davvero dominato. Avremmo potuto segnare più di due reti e abbiamo totalmente meritato sia la vittoria che il passaggio del turno. Direi che coi bianconeri ci siamo proprio divertiti... Non è stato facile per me restare fuori, in panchina o in tribuna divento ancora più nervoso di quando gioco (ride, ndr)".
Così come l'Atalanta, che ha sofferto non poco contro di voi lo scorso anno.
"L'eliminazione con l'Atalanta è stata assai dura da mandar giù, avevamo tanta fiducia e voglia di andare avanti. A Bergamo abbiamo giocato una grande partita, ma ci è mancata un po' di esperienza e non siamo andati oltre il pari. Al ritorno dovevamo obbligatoriamente vincere e ci siamo subito lanciati all'attacco, ma la Dea si è chiusa dietro e non ci ha lasciato spazi. Poi, con un giocatore in meno, è stato tutto più difficile... Quell'eliminazione brucia ancora, però è stata anche utile. Proveremo infatti a usare quella lezione già stasera contro la Roma".
Se le dico Serie A, cosa mi risponde?
"La Serie A è un campionato molto competitivo, con squadre preparatissime tatticamente e tanti grandi calciatori. Intriga, intriga sempre una lega del genere... Il mio cognome poi è chiaramente italiano, ho origini genovesi e calabresi. Ovviamente, mi piacerebbe un giorno giocare nel massimo campionato italiano".
L'Inter capolista l'ha messa non a caso nel mirino ormai da diverso tempo per la fascia sinistra...
"È incredibile essere accostato a una squadra del genere, con tutta questa storia e questo blasone. Posso dirvi che il mio idolo di sempre è Javier Zanetti, che ha giocato tutta la sua carriera proprio in maglia nerazzurra. Quest'interesse non può altro che farmi piacere, ma io sono una persona realista e oggi preferisco quindi concentrarmi esclusivamente sul presente. Adesso mi godo il momento e l'avventura con l'Ajax, poi vedremo cosa accadrà in futuro...".