La maglia dell'Empoli - Rebecca Corsi ci racconta com'è nata la maglia di quest'anno
Il DJ Carlo Carletto Nicoletti, nostro storico collaboratore (autore e produttore della WebSerie GoalCar lanciata proprio dal nostro network), ci presenta e ci racconta aneddoti, curiosità e particolari inediti sulle maglie da gioco, palloni, scarpe e tanto altro ancora che hanno fatto e continuano a fare la storia del calcio non solo italiano.
Empoli ha poco meno di 50.000 abitanti e oltre 7.000 abbonati allo stadio. Fate un rapido conto e vi renderete conto del rapporto pazzesco che c’è tra abitanti/abbonati e del piccolo miracolo che ogni anno si ripete in questa piccola città toscana.
A Empoli il calcio è una questione di famiglia, e la famiglia in questione è quella Corsi.
Fabrizio, il capostipite, è il presidente dal luglio del 1991, ben 33 anni, e sotto la sua presidenza l’Empoli si è ritagliato uno spazio importantissimo nel panorama calcistico italiano raggiungendo anche la qualificazione in Coppa Uefa e regalando numerosi talenti grazie ad un settore giovanile eccezionale riconosciuto a livello internazionale: interminabile l’elenco di giocatori approdati nei top club italiani ed europei usciti dalla cantera dell’Empoli.
Da qualche anno accanto al Presidente è sempre più presente la figlia Rebecca, attualmente vice presidente, CEO dell’Empoli e consigliera in Lega Serie A, prima donna dai tempi di Rosella Sensi.
La prima volta che ho sentito parlare di Rebecca è stata una decina d’anni fa circa quando con la nazionali italiana cantanti andai a giocare una partita di beneficenza allo Stadio “Castellani” di Empoli, quando entrammo negli spogliatoi rimanemmo a bocca aperta per l’arredamento, la cura dei dettagli e, vedendo il nostro stupore, i custodi dello stadio ci dissero che il merito era della “Figlia del Presidente”, si esatto dissero proprio così, perché a quel tempo ancora era solo la “Figlia del Presidente”.
La seconda volta che ho sentito parlare di Rebecca è stata con il mio amico DJ Federico Scavo che da quest’anno intrattiene i tifosi prima delle partite allo Stadio “Carlo Castellani Computer Gross Arena” di Empoli con i suoi DJ Set. “Carletto non puoi capire che entusiasmo mi ha trasmesso Rebecca, grazie a lei e ai ragazzi di Empoli mi sono riavvicinato al calcio dal quale mi ero allontanato ormai da diversi anni.”
“La Figlia del Presidente” oggi è Rebecca Corsi e basta.
Un donna schietta, intelligente, diretta e con le idee molto chiare: “All’Empoli mi sono occupata e ho seguito tutti i comparti aziendali nessuno escluso, dopodiché, essendomi laureata al Polimoda in Marketing Strategico, è stato naturale occuparmi del marketing nell’Empoli. Ovviamente all’inizio un po’ di pregiudizi ci sono stati, com’è normale che fosse del resto, però credo in questi anni di aver dimostrato di saperci stare in questo mondo e di avere anche diverse cose da dire e soprattutto fare. Vivo e mi nutro di pressione e, purtroppo o per fortuna, metto pressione anche alle persone che lavorano con me”.
La mano e la pressione di Rebecca in questi anni si sono fatte sentire a cominciare dal rebrand del logo, al rinnovamento del Centro Sportivo di Monteboro e, chiaramente, alle maglie da gara.
Sì perché il motivo della nostra chiacchierata ovviamente riguarda la maglietta, come nasce, chi la pensa, quanto dura la gestazione: “Le maglie sono roba mia e di Gianmarco Lupi (Direttore Organizzativo dell’Empoli). Paradossalmente, nonostante abbia fatto il Polimoda, un mio cruccio enorme è quello di non saper disegnare.”
Dal 2018 l’Empoli è legata all’azienda italiana Kappa: “Sono molto contenta e soddisfatta di questa sinergia che è nata, Kappa rispecchia esattamente i nostri valori, ha un’impostazione aziendale molto simile alla nostra e sono contenta di aver rinnovato l’accordo con loro per altri 5 anni.”
Le maglie di quest’anno a me piacciono in modo particolare, ma non dev’essere semplice ogni anno inventarsi qualcosa di nuovo, come nasce lo sviluppo grafico della maglia? Parte da voi, parte da Kappa? “Kappa ci manda una decina di proposte con i nuovi materiali e le loro idee grafiche, a quel punto la palla passa a noi che andiamo ad apportare le nostre modifiche. Comincio a mischiare le carte in tavole, ma con alcuni punti fermi: non mi piacciono troppi colori sulla maglia, massimo due, e con il presupposto che la prima maglia debba assolutamente mantenere il suo azzurro tradizionale, te lo dico perché, devo ammettere che in qualche stagione abbiamo sbagliato pantone…”
Rebecca quest’anno con i dettagli e gli sponsor giallo fluo sulla prima maglia avete quindi osato: “Quello del Fluo è stata un’idea di Gianmarco, però una volta trovato l’accordo con gli sponsor, perché ovviamente ognuno ha i propri colori e le proprie necessità, il risultato è stato davvero molto bello.”
Chiarita la presenza del fluo sulla prima maglia andiamo a vedere le altre due maglie che, come ho scritto in precedenza, ho apprezzato molto. “Considerando che, come ti ho detto, sulla prima maglia voglio mantenere la tradizione, sulle altre due ci concediamo qualche “licenza creativa” e quest’anno abbiamo voluto rendere omaggio alla nostra città sia per quanto riguarda la seconda maglia, storicamente bianca, sia per quanto riguarda la terza. Per la seconda ho sposato l’idea di Kappa. Mi è subito piaciuto l’effetto marmo e di conseguenza è stato naturale l’omaggio alla Collegiata di San’Andrea, ero solo titubante sulle tonalità dei numeri, non volevo che facessero effetto “macchia” e con la tonalità grigia ci siamo riusciti. Per la terza invece devo farti una premessa doverosa: la terza maglia è solitamente la maglia più “rischiosa”, mi piace stravolgere, ma rimanendo fedele alla tradizione. Non volevo che la presenza del rosa fosse troppo prevalente così, quando siamo arrivati alla soluzione che hai visto (la maglia utilizzata con la Lazio a Roma,) mi sono immediatamente convinta perché i graffi rosa rappresentano i graffi di un leone che tagliano il tessuto, da qui l’omaggio alla Piazza dei Leoni (Piazza Farinata degli Uberti n.d.r.) e i graffi del leone sono presenti anche sul pullman della squadra.”
Mi è sembrato scontato chiederle se il padre “interferisca” o comunque dica la sua sulle maglie: “Guarda se fosse per mio padre noi giocheremmo con la maglietta color vinaccia (sembra che la prima partita dell’Empoli nel 1920 fu giocata con una maglia di una tonalità rossa non ben definita, per alcuni un rosso non troppo vivo, per altri più vicino all’amaranto. Nell’anno del centenario, nel 2020, l’Empoli ha disputato 3 partite casalinghe con la maglietta color vinaccia), e comunque no non interferisce sulla creazione delle maglie” e te invece hai la possibilità di dire la tua in ambito sportivo? “Non l’ho mai fatto e mai lo farò, l’unica cosa che ho fatto, qualche volta, è stato esprimere la mia opinione sulla scelta di qualche persona da far entrare in società, ma non in ambito sportivo. Mio padre non lo ammetterà mai, ma so che ha tenuto in considerazione la mia opinione a riguardo…”.
Una delle scene che più mi piacciono è vedervi inquadrati in televisione l’uno accanto all’altra allo stadio: “Ma te lo sai che io la partita nemmeno la guardo? O meglio, ovvio che segua le fasi dell’incontro, ma devo stare più attenta a mio padre che durante le partite è come se andasse in trance agonistica. Non riconosce amici, conoscenti, nessuno e pensa: se qualcuno prima che finisca la partita, stiamo vincendo, lascia lo stadio e passa a salutarlo facendogli i complimenti per la vittoria si arrabbia… Quindi immaginati come potrò vivere la partita…”.
Con Rebecca si parla di tutto, si spazia da quello che sarebbe il suo colore preferito (Blue Navy: la comunicazione, il pullman e in passato anche qualche maglia dell’Empoli è stata di questo colore), alle nuove tecnologie: “Quest’anno con mio fratello Gherardo e la Wov Labs abbiamo messo a punto un sistema particolare per regalare un’esperienza speciale ai nostri tifosi. Sulla maglia gara, sotto lo stemma della squadra, abbiamo inserito un chip che se inquadrato con lo smartphone ti dice se la maglia è autentica oppure o no, e questo è solo l’inizio perché in un futuro nemmeno tanto prossimo, ci piacerebbe che con lo stesso sistema allo stadio i nostri tifosi possano avere accesso a tutti i tabellini, le note e le info sulla gara in corso.”
Abbiamo parlato dello stadio presentato qualche mese fa: “Nella migliore delle ipotesi potremmo giocarci la prima partita fra tre anni esatti, ma meglio non crearsi false illusione e diciamo che quattro anni potrebbe essere il tempo giusto per la conclusione dei lavori”.
Un'ultima domanda: c’è qualcosa che vorresti fare, un desiderio da realizzare?
“Nella mia testa ho già in mente tutta una serie di migliorie per il nostro centro sportivo di Monteboro, ma non farmi dire altro…”
Fa piacere sapere che dietro a squadre come l’Empoli ci siano persone come Rebecca e suo padre Fabrizio. Come si dice in questi casi: “Sono cose che fanno bene al calcio”.