30 aprile 2022, muore Mino Raiola. Il re del calciomercato che paragonava Pogba a un Monet
"Ormai so che è come un Monet. Il Mondiale non dà più valore al giocatore, quello glielo dà il club, le prestazioni di ogni settimana. Come i grandi quadri, Pogba potrebbe andare all'asta? Io non credo che i grandi quadri vadano all'asta, i grandi quadri sono già dei grandi collezionisti. Poi se li vogliono vendere li vendono, se non li vogliono vendere non li vendono". Mino Raiola, nato Carmine a Nocera Inferiore da una famiglia di Angri, nel suo lavoro era un fuoriclasse. Figlio d'emigranti, perché saluta subito l'Italia e vola ad Haarlem con la famiglia nei Paesi Bassi, dove il padre apre un ristorante campano. Nel frattempo lui impara sette lingue, acquista e rivende un McDonald's e apre la prima società di intermediazione per il proprio ristorante.
Nel frattempo diventa il direttore sportivo dell'Haarlem, proponendo a Ferlaino alcuni giocatori (senza successo), diventando poi procuratore per l'estero dei giocatori olandesi. Il primo vero colpo lo mette a segno con Bryan Roy al Foggia di Zeman. Partecipa al doppio trasferimento di Bergkamp e Jonk all'Inter. Poi un'ascesa incommensurabile, fatta di Pavel Nedved, Zlatan Ibrahimovic, Paul Pogba, Mario Balotelli, Gianluigi Donnarumma, Erling Haaland. I suoi giocatori strappavano contratti da super star, ogni volta. Certo, quelli bravi si vendono da soli, ma non tutti sapevano negoziare comel ui.
Il 28 aprile di un anno fa la notizia della falsa morte. E la sua risposta: “Per la seconda volta in 4 mesi mi hanno dato per morto, sembra sia anche in grado di resuscitare”. Poco dopo saluterà tutti, in anticipo sul preventivabile, a 54 anni.