L'ambizione di Marotta e Ausilio e un modello che sembrava irraggiungibile: diventare il Bayern Monaco italiano. Il processo è iniziato da tempo, dai colpi anticipati a un grande rifiuto fino al ciclo di Inzaghi

Una chimera, un sogno che sembra irraggiungibile. Però la strategia di Giuseppe Marotta e di Piero Ausilio è quella di rendere l'Inter il Bayern Monaco italiano. Chiariamo subito: la struttura societaria dei bavaresi è chiaramente diversa (soci, legge del 51% sulle proprietà tedesche), ma qui parliamo di progetto tecnico, tattico e di ambizione per i bilanci societari. Il Bayern è un modello virtuoso che ogni società calcistica dovrebbe prendere a esempio. E ci sono molti punti di contatto che il club del fondo Oaktree sta provando a unire per provare a seguire la strada. Partiamo dai conti, e qui il divario è decisamente più accentuato rispetto agli altri settori.
Bilanci a confronto: il divario è abissale
Quello dei bavaresi è un punto quasi inarrivabile per tutti. Però l'idea dell'Inter è puntare a quel tipo di modello. Di solidità, di stabilità, di progettualità. Di contenimento dei costi ma anche di aumento dei ricavi. Il Bayern Monaco si conferma un modello di solidità economica nel calcio europeo. Nell'esercizio 2023/24, il club ha registrato un fatturato record di 951,5 milioni di euro (quasi un miliardo, escluso il basket), con un utile netto di 43,1 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto ai 35,7 milioni del 2022/23. Questo segna il 32° bilancio consecutivo in attivo, un primato assoluto. I ricavi commerciali (360,8 milioni) e una gestione oculata dei costi, con il monte ingaggi sotto il 50% del fatturato, sono i pilastri di questa performance. Il patrimonio netto è salito a 570,5 milioni, con debiti limitati a 293,2 milioni, sottolineando l'indipendenza finanziaria del club bavarese. E l'Inter? Nell'esercizio 2023/24, l'FC Internazionale ha chiuso il bilancio con una perdita di 36 milioni di euro, in forte calo rispetto agli 85 milioni del 2022/23, segnando una riduzione di circa 50 milioni. Il fatturato ha raggiunto un record storico di 473 milioni di euro, con un incremento di 48 milioni, spinto dai successi sportivi come la seconda stella. I costi di produzione sono rimasti stabili a 464,5 milioni. Oaktree, azionista di maggioranza dal maggio 2024, ha investito 47 milioni per la ricapitalizzazione, rafforzando la stabilità finanziaria del club. Una differenza sostanziale, il fatturato è del 50% rispetto a quello dei bavaresi. Però la strada intrapresa è quella giusta, tanto che nella previsione del prossimo bilancio c'è anche quella di un utile e non più di una perdita.
Colpi in anticipo e pianificazione: l'Inter è vicina al Bayern
La gestione di Suning ha portato i bilanci interisti a degli sprofondi da lacrime e sangue, adesso Marotta e Ausilio secondo i binari imposti da Oaktree stanno provando a contenere i costi ma anche a portare nelle casse del club utili importanti. Una delle strategie sicuramente vincenti in questo è pianificare, scegliere, non trovarsi all'ultimo istante costretti a investire un surplus economico sul mercato ma arrivare sugli obiettivi per tempo. Il Bayern Monaco è da sempre una delle regine in questo senso: è fin troppo strano che oggi, 11 aprile 2025, i bavaresi abbiano di fatto preso un solo giocatore, Tom Bischof dall'Hoffenheim per aumentare la profondità del centrocampo con uno dei migliori talenti (2005) del calcio teutonico. L'Inter ha fatto lo stesso con Luka Sucic e l'idea di provare a chiudere a breve per Luis Henrique, anche pagandolo cifre importanti ma pianificando eventuali giocatori da sacrificare in rosa (l'indiziato resta Davide Frattesi) è sintomo di programmazione... Bavarese. La filosofia dei parametri zero è da sempre nelle corde di Marotta che ora, grazie anche alla nuova filosofia della proprietà, avrà sempre più il supporto dello scouting di Dario Baccin e le idee di Piero Ausilio per rinforzare la rosa e per abbassare la media età. Se pensiamo all'Inter della prossima stagione, l'ossatura è già fatta, in linea di massima gli uomini mercato hanno già chiarissime le idee su cosa cambiare, dove puntellare, dove potenziarsi. Strategia, pianificazione.
C'è chi dice no: l'esempio di Calhanoglu e la forza dell'Inter
Nella montagna russa del calcio italiano, dire di no a un'offerta pesantissima come quella che è arrivata un anno fa sul tavolo dell'Inter e di Hakan Calhanoglu sembrava un assurdo. Quasi impossibile. Però il rifiuto del turco alla proposta del Bayern Monaco racconta di quanto sia chiaramente forte il elgame del turco con Milano ma altrettanto importante il progetto nerazzurro. Avere la certezza di un allenatore come Simone Inzaghi in panchina, il rinnovo (mentre tutte le altre big navigano in un mare sconosciuto in vista della prossima stagione) è un punto a favore verso l'idea di seguire il modello dei bavaresi. Annunciare senza timore addii, acquisti e rinnovi con ampio anticipo. Avere la forza di un progetto stabile e con le casse che vanno pian piano rimpinguandosi e rinverdendosi. La miglior società italiana in questo anno, in questi anni. L'Inter ha un modello ma altrettanto può diventare un punto di riferimento per tutti, a livello progettuale ed economico. Sembra quasi di parlare della Juventus di qualche anno fa.
