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Aquilani: "Spalletti è geniale e un po' pazzoide. Allegri un maestro della gestione"

Aquilani: "Spalletti è geniale e un po' pazzoide. Allegri un maestro della gestione"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 11 aprile 2025, 22:15Serie A
di Alessio Del Lungo

Alberto Aquilani, ex tecnico di Pisa e Fiorentina Primavera, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, nella quale ha raccontato il suo credo calcistico, partendo da una risposta alla domanda sul fatto che lui venga considerato un amante del bel gioco: "Può essere bello per me ed essere una cosa corretta, ma può essere brutto ed essere una cosa corretta lo stesso. Questa è una frase a cui bisogna stare anche attenti perché il bello nel calcio è molto soggettivo. C'è solo una cosa bella realmente, che è il risultato, che piace a tutti, non ci piove".

Qual è la sua filosofia?
"Mi piace un calcio propositivo, non speculativo. Secondo me con un'identità di gioco, con un'idea e un credo condiviso, che deve essere un legame forte tra allenatore, staff e calciatori, si hanno più vantaggi, che possono essere quelli di avere la palla più degli altri, difendersi 30 metri più avanti rispetto a 30 metri più indietro. Poi è ovvio, a secondo delle partite e dei giocatori che hai a disposizione tutto questo è variabile. Conta il tempo della gara, il momento della stagione...".

Quindi è polivalente?
"Sì, al 100%. L'integralismo è una parola sbagliata. Oggi si usa e si abusa, quando uno dice magari: 'Mi piace la costruzione dal basso rispetto al rilancio'. E subito viene additato come integralista. Mi piace quando si può fare, quando non si può, non mi piace. Anche lì è un discorso che va approfondito molto, sennò si rischia di dire integralista quando non è così".

Anche perché per fare la costruzione dal basso ci vogliono anche certi giocatori.
"Può essere bello per me ed essere una cosa corretta, ma può essere brutto ed essere una cosa corretta lo stesso. Questa è una frase a cui bisogna stare anche attenti perché il bello nel calcio è molto soggettivo. C'è solo una cosa bella realmente, che è il risultato, che piace a tutti, non ci piove".

Che tipo era Spalletti?
"Era geniale, c'è stata un'evoluzione calcistica importante, portò questo modo di giocare inusuale e quella Roma giocava benissimo a calcio, a memoria. Eravamo una squadra forte, c'era Totti davanti e ci divertivamo. A volte ho fatto delle sue esercitazioni e dicevo ai ragazzi come ci divertivamo a fare cose anche noiose perché ci trasmetteva quella voglia, quella passione, quei principi. La palla andava a duemila all'ora, era un calcio fatto bene. Mi porto dietro tante cose, per me è uno dei più bravi, ma è un personaggio particolare. È molto simpatico e nell'essere molto professionale e anche un po' pazzoide. Mi suono alla porta all'una di notte perché era a cena dal suo collaboratore che abitava nello stesso palazzo mio. Era venuto solo a controllare, chiedendomi cosa stessi facendo. Gli ho detto che ero a dormire ed è andato via (ride, ndr)".

E Allegri? Lo ha avuto al Milan.
"A Londra giocammo contro l'Arsenal dopo aver vinto 4-0 a Milano e perdevamo 3-0 a fine primo tempo. Ibrahimovic prese la borsa, la lanciò e le diede un calcio. C'era stata un po' di maretta, ma fortunatamente abbiamo risolto. Credo che Allegri nella gestione sia molto, molto bravo. Avevamo una squadra fantastica, fatta di campioni assoluti, veri, oggi se ne vedono poche così. Gestire quel tipo di rosa non era facile e io credo che in questo sia un maestro perché ti fa star bene, ti fa lavorar bene, è la sua qualità più grande per me".

Le ricordano ancora oggi la sua rabona nella vittoria a San Siro contro l'Inter con la maglia della Roma?
"Come mi è venuta non lo so perché è stato un gesto istintivo, se mi fossi preparato magari mi prendevo le ginocchia, è venuto naturale. Per me era più semplice darla così che di sinistro, fu importante per la mia carriera perché ero molto giovane e non vincevamo da tanto a Milano. Me la ricordano ancora a Roma, sì. Anche il gol nel derby... Fu una giornata importante, immaginate cosa significhi per un ragazzo di Roma segnare contro la Lazio, poi era l'11^ vittoria di fila, un record".

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