Ambrosetti su Dybala: "Tutto è iniziato anni fa quando fu inserito in uno scambio. Non lo accettò"
L'ex difensore Gabriele Ambrosetti ha parlato a Radio FirenzeViola affrontando anche numerosi temi di Serie A, a partire da Dybala alla Roma: "Tutto è iniziato diversi anni fa, quando uno come Dybala fu inserito in uno scambio. Questa cosa non l'ha accettata e si arrivati fino alla scadenza del contratto... La Roma è una bella sfida, trova un personaggio che riesce a tirare il meglio fuori dai singoli come Mourinho. Sono rimasto sorpreso non abbia scelto un club che gioca in Champions ma va a fare il protagonista. La dimensione della Roma è già cambiata lo scorso anno, quando è arrivato Mourinho. Ha vinto una coppa, non una coppetta, facendo riempire lo stadio e portando entusiasmo. Ora hanno preso un giocatore fenomenale".
L'addio di Koulibaly racconta l'impoverimento della Serie A?
"Nel suo momento migliore ha scelto un campionato diverso e questo deve farci pensare. Ha fatto una scelta ben precisa. L'ennesimo che ci lascia".
Lukaku fa il percorso inverso. Cosa significa?
"Il giocatore ha sbagliato a lasciare l'Inter lo scorso anno, l'ha dichiarato. Lo chiamerei un ritorno di fiamma, era pagato molto e in un campionato incredibile. Qualcosa con l'allenatore non ha funzionato, poi sono arrivati a degli accordi strani economicamente. Le motivazioni a volte prevalgono".
L'opzione Milenkovic è la migliore per l'Inter?
"Parliamo di un profilo molto importante e all'Inter andrebbe a competere ai massimi livelli. Lì si gioca per vincere. E se dovesse rimanere Skriniar, la situazione sarebbe complicata nel reparto. Lui e Bremer sono giocatori importanti ma l'Europa è un'altra cosa. In Serie A abbiamo perso anche De Ligt, andato a rinforzare una concorrente della Juventus a 22 anni. Sono segnali di cui tenere conto. Milenkovic e Bremer sono giocatori importanti ma giocare in Champions o in Europa è un'altra cosa".
Cosa sceglierebbe al suo posto tra essere leader a Firenze e potenziale riserva a Milano?
"Farei come ho fatto 25 anni fa io stesso, vado a giocarmela. I percorsi devono essere seguiti e la mente ascoltata, è pronto per fare questo passo. E non è detto che all'Inter finisca a fare il quarto... Certo, essere titolare all'Inter è diverso che in altri club".
La decisione di Bernardeschi di andare a Toronto dice che qualcosa sta cambiando?
"Per fortuna, si stanno aprendo gli occhi. Mi ha stupito solo la durata del contratto, veramente molto lunga. Certe scelte le rispetto, mi piacciono. Spero che in futuro ci siano tanti italiani che possano fare questa esperienza".
Non c'è il rischio di sparire da certi ambienti, come la Nazionale?
"Posso portare il mio esempio. Ero un po' saturo. Dobbiamo iniziare a capire che il calcio e i giocatori non sono solo in Italia. Adoro il mio paese, è passione pura, ma mi trovo spesso in giro per l'Europa e dico che siamo un po' indietro. Ancora oggi mi criticano per essere scappato a 28 anni, ma con orgoglio dico che quell'esperienza mi ha aiutato ad essere quello che sono oggi. Vi faccio un esempio, gestisco Giacomo Gattuso, allenatore del Como, ed è uno da Serie A. E in Indonesia, un paese di 200 milioni di persone, lo conoscono tutti. La globalizzazione deve valere anche per il calcio".
Gattuso quanto dovrà aspettare Fabregas?
"Dovreste chiedere al direttore Ludi... Però sarà una bella cosa, stanno mandando un segnale a tutta la Serie B, al sistema. Oggi tutti conoscono il Como, perché parliamo di Cesc Fabregas, uno che ha vinto tutto".
Cosa aspettarsi da Jovic a Firenze?
"Già di per sé vestire la maglia della Fiorentina è uno stimolo. Giocare nel Real Madrid è tutto diverso, il giocatore però è molto serio, un gran professionista. Non ha trovato spazio nel Real, ma potrebbe dare un contributo importante".
Quale il colpo più interessante della Premier?
"Dico Gabriel Jesus, che ha lasciato il Man City per andare all'Arsenal. Ha dovuto farlo per via di Haaland, che sono curioso di vedere in una squadra di Guardiola".