Dal centro sportivo al settore giovanile, ecco perché l'Alcione vuole la Serie C

La classifica parla chiaro: a tre giornate dal termine della stagione, l'Alcione è a -3 dalla vetta del Girone B di Serie D (occupa adesso dal Lumezzane), e quel sogno chiamato professionismo rimane più vivo che mai.
Perché tutto è ancora aperto.

E il club si sta di anno in anno attrezzando per farsi trovare pronto non solo a livello tattico - in rosa vanta calciatori con già ampie esperienze in Serie C (per citarne alcuni, capitan Mario Piccinocchi, Antonio Palma, Faisal Bangal e Fabio Morselli) e il tecnico, Giovanni Cusatis, ha avuto esperienze anche in Serie A come vice di Giuseppe Sannino - ma anche di strutture.

TuttoMercatoWeb.com è stato ospite della società, che ha aperto le porte del proprio centro sportivo, nato solo quattro anni fa, su un terreno prima occupato da centri sociali, sgomberato dalla questura e messo poi in vendita dal comune: vinto appalto, la società lombarda ha subito iniziato a strutturarsi, fino ad arrivare ad avere 2 campi a 11 e 2 a 5, una palestra, una sala video (che durante le partite diventa anche punto ristoro, unitamente al bar in muratura sempre aperto), una decina di spogliatoi, più un curato settore giovanile che arriva fino ai bambini 2018. Settore giovanili che ogni anno regala almeno un paio di ragazzi, attentamente seguiti dal Ds Matteo Mavilla, alla prima squadra.
Lavori poi in corso anche per lo stadio, attualmente non omologato per il professionismo solo per quanto riguarda gli spalti. Ma nel caso di promozione, un'alternativa è pronta; temporanea, perché il prossimo step sarà anche quello di lavorare a una tribuna.

Le ambizioni vanno coltivate, e dalle basi si parte. Perché i sogni non possono solo rimanere tali, devono anche realizzarsi. Soprattutto se si è la terza squadra di Milano, dopo le blasonate Inter e Milan.