Murgia: "Ho sempre tifato la Lazio e non per i giocatori. Ho sentito Luis Alberto e Immobile"
Alessandro Murgia, centrocampista dell'Hermannstadt, club che milita nella massima serie rumena, è tornato a parlare ai microfoni di Sky Sport, ricordando il gol in finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus: "Resta indelebile nella mia testa. Simone Inzaghi sapeva caricarti con le parole giuste. Ma oggi penso solo al presente. Cerco di essere un buon papà. Ho tre splendidi bambini avuti con compagne diverse, non lo nascondo. Ma sono stati periodi della mia vita che non rimpiango".
È ancora legato alla Lazio?
"Ho sempre tifato la Lazio come popolo, come piazza. E non per i giocatori. I tifosi sono calorosi e questo è bellissimo, al tempo mi ha responsabilizzato. Luis Alberto l'ho sentito qualche settimana fa. Stesso discorso vale per Ciro, con cui ho parlato quando ho saputo del trasferimento in Turchia. Ogni tanto non me la sento di mandare qualche messaggio. Ho paura di dare fastidio. Ma ho comunque un bel rapporto con tutti quanti".
Come si trova in Romania?
"Il Paese è piccolo, si vive bene. Ero un po' scettico ma mi sono ricreduto".
Tornerebbe in Serie A?
"Può essere un obiettivo. Ma prenderei in considerazione anche un'altra opzione all'estero. Qui sto bene, sto imparando il rumeno. Penso solo al presente, valuto le dinamiche di volta in volta. La mia carriera è partita forte. Probabilmente non ero ancora maturo. Ho viaggiato tanto, ho giocato in diverse categorie. Nel calcio la pressione è molto alta. Dopo un po' di tempo ho capito che è importante lavorare sulla testa. Ho sempre detto la verità. E continuerò a farlo. Sono sicuro che i miei figli, così come la mia famiglia e i miei amici, mi apprezzeranno per quello che sono. E non per ciò che faccio".