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Juventus, Weah: "Sarà una stagione divertente. McKennie motivo principale del mio essere qua"

Juventus, Weah: "Sarà una stagione divertente. McKennie motivo principale del mio essere qua"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:19Serie A
di Simone Bernabei

Timothy Weah, ai microfoni di The Athletic, ha parlato della sua carriera da calciatore con diversi passaggi anche sulla Juventus, iniziando la sua analisi dalla città di Torino: "Una bella città, tranquilla, non così frenetica come Milano. Penso sia perfetta per un atleta, perché si conduce una vita piuttosto umile".

Il calcio per lei è di casa
"Sinceramente i miei genitori non mi hanno mai forzato per essere un calciatore, è semplicemente qualcosa che sono finito a fare. Quando ero giovane giocavo anche a basket. A livello di mentalità, stiamo cercando di portare nel calcio quello che vediamo nei giocatori di basket".

La sua infanzia nel calcio?
"E' stato divertente, mia mamma è stata la mia prima allenatrice e la gente vedeva che io volevo soltanto correre verso la porta e segnare. Questa è il ricordo più vecchio che ho. Prendere la palla e palleggiare per tutto il campo".

Il gol di suo padre, il coast to coast contro il Verona?
"Lo avrò visto un milione di volte. Essere così bravo a dribblare, specialmente in quel periodo quando i difensori cercavano le gambe e attaccavano duramente... Sembra folle ma è così".

Gli inizi nel New York Red Bulls?
"Non lo prendevo troppo sul serio. Ho iniziato a vedere tutto più seriamente quando sono arrivate le chiamate delle Nazionali giovanili. A quel punto mia mamma ha iniziato a dire 'Ok, possiamo fare qualcosa, iniziamo a studiare un piano'. Quando ero giovane ho fatto un provino al Chelsea, ho passato il tempo con Abraham, Tomori e tanti altri. Poi al Tolosa, ho affrontato il PSG e lì mi hanno notato. Mi hanno chiesto di andare da loro ed è stata una decisione senza pensarci. In quel periodo c'erano Ibrahimovic e Cavani, quindi scelsi di sfruttare quell'occasione".

Il rapporto con Pulisic in Nazionale?
"Rendiamo la vita facile l'uno all'altro. La connessione che abbiamo sul campo è fantastica. So che quando Christian fa certi movimenti io devo farne altri. So che quando lui ha la palla, gran parte dei difensori si ammassano intorno a lui e questo apre spazi".

A differenza di suo padre non è un centravanti...
"Non sono il tipico 9 ovviamente, quello che segnerà 15 o 20 gol a stagione. Ma mi piacerebbe arrivare a quel punto, è sulla mia lista. A me però piace giocare in molte posizioni. Al Lille dopo l'infortunio di Ismaily ho giocato l'intera stagione da esterno destro e alla fine del campionato mi ha chiamato la Juventus... e lo ha fatto per quella posizione, è stata una sorpresa per me perché era il primo anno che giocavo lì".

Con Thiago Motta vi eravate conosciuti ai tempi del PSG, entrambi giocatori...
"Lui era un giocatore esperto e io un ragazzino. Non avemmo troppe interazioni, ma lui era un calciatore fantastico. Tecnicamente era uno dei più dotati al PSG. Ora con lui in panchina è tutto 10 volte più difficile, devo lavorare 10 volte di più. Ma al termine della giornata è divertente, mi godo ogni momento".

Poi c'è McKennie
"Onestamente Wes è una delle principali ragioni per cui ho scelto di venire qua. Sapevo che avrei avuto in squadra uno dei miei migliori amici. Dopo gli allenamenti sono sempre a casa sua. Se guardate al passato, le mie gare migliori le ho giocate quando ho Wes vicino. E' bravo a fare tutto, corre 24 ore al giorno ed è uno dei saltatori migliori che abbia mai visto. Segna tanto, un box to box che è un killer, importantissimo per la squadra".

La Juventus di quest'anno?
"Se guardate le partite di quest'anno, non prendiamo gol, dominiamo e sappiamo segnare. Questa è una stagione molto divertente. Stiamo ancora cercando di capire tutte le richieste tattiche e il feeling fra di noi, ma siamo ragazzi giovani e credo che quest'anno sarà divertente".

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