Palermo-Dionisi resiste, ma piazza e risultati fanno tremare la sua panchina. Cosenza sarà decisiva
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Nonostante un cammino più che altalenante e ben distante dalle previsioni di inizio anno a Palermo la posizione del tecnico Alessio Dionisi è finora rimasta salda con la società che lo ha sempre difeso e protetto - sia quando il direttore sportivo era Morgan De Sanctis sia ora con Carlo Osti – probabilmente anche su indicazioni provenienti da Mancester visto che l’ex Empoli venne scelto la scorsa estate prima ancora di sapere a chi affidare il mercato per la costruzione della squadra.
Dionisi non è mai riuscito a trovare il vestito adatto alla squadra, né prima né dopo il mercato di gennaio, con diversi moduli adottati: dal 4-3-3 iniziale passando per le sue variazioni sul tema – ovvero 4-2-3-1 e 4-1-4-1 – fino all’addio alla difesa a quattro con un 3-5-2 che può mutare in un 3-4-2-1 come si è visto nell’ultima gara di campionato. Cambi che non hanno portato frutti sperati nel lungo periodo con i rosanero che non sono mai riusciti inanellare una serie positiva lunga per poter provare a inserirsi nelle zone nobili di classifica, scivolando così non solo lontano dal terzetto Sassuolo-Pisa-Spezia – che viaggia su altri ritmi – ma anche ai margini della zona play off che resta comunque alla portata dei siciliani.
Dionisi resiste dunque, ma nel corso delle ultime settimane il rapporto con la piazza è andato via via incrinandosi sempre più fino a sfociare nei fischi dopo il pari interno contro il Mantova, squadra neopromossa che lotta per la salvezza, ed esplosa con gli striscioni firmati Curva Nord Inferiore apparsi in città in questi giorni in cui si chiede al tecnico di andarsene. La società al momento non sembra propendere per questa soluzione anche se la pressione della piazza alla fine potrebbe fargli cambiare idea. Il tecnico è però chiamato a un’inversione di tendenza a partire da una trasferta trappola come quella di Cosenza: i calabresi sono infatti ultimi in classifica (anche per i 4 punti di penalizzazione), ma sono ancora vivi e non vanno presi sotto gamba. Una sconfitta al Marulla potrebbe quasi certamente sancire la fine di un rapporto mai decollato del tutto e segnare un altro passo falso, dopo l’esonero dal Sassuolo nel febbraio di un anno fa, nella carriera del giovane tecnico.
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