Sebastiano Rossi, il quasi sempre titolare. Messo KO da una mossa di wrestling (sua)
Sebastiano Rossi è ricordato principalmente per due cose, una buona e un'altra molto meno. Arrivato al Milan dal Cesena, inizialmente riserva di Pazzagli, riesce a mantenere il posto nonostante la concorrenza di Antonioli. Vince cinque Scudetti (dal 1992 al 1994, poi nel 1996 e nel 1999), una Champions (1994), una Supercoppa UEFA (1994) e tre Supercoppe italiane (1992, 1993 e 1994). Il ricordo migliore però è legato alla striscia di imbattibilità del suo Milan, che gli consente di mantenere la porta inviolata per 929, superando Dino Zoff che in quel momento deteneva il record. Verrà poi superato da Gianluigi Buffon nel 2016, attualmente leader con 974 minuti senza prendere gol. Certo, i compagni aiutavano: Baresi, Costacurta, Tassotti e Maldini, non male.
Dopo Antonioli ci furono Pagotto e Taibi. Con il secondo, Rossi finì in panchina nel girone di andata, salvo poi recuperare la titolarità poco dopo. Ci sarebbe da contare anche Jens Lehmann, che durò quanto un battito di ciglia. Incredibilmente perse il posto da titolare in favore di Christian Abbiati, il meno temuto, il ragazzo che proveniva dalle giovanili. Quando?
Quando Rossi si beccò cinque giornate di squalifica. Rigore per il Perugia, Nakata insacca mentre Rossi chiede all'arbitro di rifare perché convinto che il giapponese si sia fermato. Bucchi arriva in velocità per raccogliere il pallone e portarlo a centrocampo, Rossi lo colpisce con un braccio teso, come fosse wrestling. Invece è tutto vero. Anni dopo Rossi parlò di quel momento. "La critica ci può stare. Ma dietro quel gesto c’era comunque una storia lunga che non ho proprio voglia di andare a disseppellire. Ho sbagliato perché certi gesti non si devono fare ma è anche vero che tanti altri campioni ne hanno combinate di simili nella loro lunga carriera". Oggi Sebastiano Rossi compie 60 anni.