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Che sorpresa Fabiani: ha abbassato il monte-ingaggi e costruito una Lazio più forte. Baroni come Sarri e un'estate simile a quella che portò allo Scudetto del Napoli: Lotito sulla scia dell'amico De Laurentiis

Che sorpresa Fabiani: ha abbassato il monte-ingaggi e costruito una Lazio più forte. Baroni come Sarri e un'estate simile a quella che portò allo Scudetto del Napoli: Lotito sulla scia dell'amico De LaurentiisTUTTO mercato WEB
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martedì 12 novembre 2024, 16:02Editoriale
di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale

La Lazio che alla sosta di novembre occupa il secondo posto in classifica è società che questa estate ha dovuto fare un passo indietro per creare le condizioni per un bel salto in avanti. Claudio Lotito dopo una stagione negativa, con due allenatori che per motivi diversi hanno rinunciato al ruolo nel giro di pochi mesi, non solo ha compreso che un ciclo era finito. Che non era più possibile rimettere insieme i pezzi di un giocattolo che era anche stato bellissimo ma non esisteva più. Ma ha anche agito di conseguenza: scelte dolorose, mal digerite dalla piazza, che però ora stanno dando dei risultati.
Per intenderci, la stagione che sta mettendo in luce una Lazio bella, fresca, divertente e vincente è iniziata con l'addio dei tre ingaggi più pesanti: sono partiti Ciro Immobile e Luis Alberto, non è stato rinnovato il contratto di Kamada. Da soli, questi tre giocatori rappresentavano il 25% del monte-ingaggi complessivo della Lazio. Non un dettaglio.
Questa estate sono andati via tutti e tre, un anno prima era partito Milinkovic-Savic. Il serbo, lo spagnolo e il centravanti di Torre Annunziata per anni sono stati il simbolo della Lazio di Simone Inzaghi. Hanno tentato di vivere una seconda vita biancoceleste con l'arrivo di Maurizio Sarri e poi capito che sarebbe stato più saggio andare via. Senza deteriorare ciò che era stato, lasciando un buon ricordo.

Da un'estate all'altra, la Lazio è passata da un monte-ingaggi lordo di 77.4 milioni di euro a poco più di 68 milioni di euro. Una sforbiciata che sembrava il preludio di un ridimensionamento e invece s'è rivelata una rinascita. Il merito poi sta sempre nel saper scegliere i sostituti, i nuovi calciatori, e in questo vanno dati grandi meriti ad Angelo Fabiani. Sbarcato nel mondo Lazio dopo l'addio di Igli Tare perché per anni era stato l'uomo di Claudio Lotito alla Salernitana, il direttore sportivo biancoceleste è stato accolto tra lo scetticismo generale e invece si sta rivelando l'uomo con l'esperienza giusta al posto giusto.

Talent room a Formello: Nuno Tavares arriva così...
"La Lazio ha un comparto scouting all'avanguardia, che fa uno screening su tutti i giocatori ogni giorno. C'erano alcuni profili, tra cui Tavares, che abbiamo individuato come il migliore per quel ruolo". Lo scorso 11 ottobre il presidente della Lazio Claudio Lotito spiegò così l'acquisto di Nuno Tavares. Arrivato dall'Arsenal in prestito, verrà riscattato per sei milioni di euro perché già oggi vale almeno 4-5 volte quella cifra. "Ma non lo venderò nemmeno per un offerta da 70 milioni di euro", ha detto Lotito che s'è affidato a Fabiani per ricostruire l'area scouting e ora si sta godendo i frutti di quel lavoro.
A Formello è stata costruita una talent room dove vengono presi in esami calciatori di tutto il mondo. Suddivisi per ruolo, vengono analizzati i giocatori in base ai loro movimenti, alla struttura fisica e alle potenzialità prestazionali. Ma anche in base allo storico degli infortuni, il chilometraggio percorso e soprattutto le abilità tecniche. Vengono così stilate delle liste, ruolo per ruolo, poste al vaglio di Fabiani prima ancora che dello staff tecnico, per una ulteriore sforbiciata. A quel punto il monitoraggio dal desk lascia spazio a quello dal vivo e le valutazioni squisitamente tecniche fanno i conti anche con quelle economiche. Il tutto però partendo da un lavoro capillare, certosino, che prima non c'era e ha prodotto l'estate dei Nuno Tavares e dei Noslin, dei Dele-Bashiru, dei Gigot e dei Dia. Ma in precedenza anche dei Guendouzi e dei Castellanos.

Marco Baroni come Maurizio Sarri: la grande occasione dopo i 60 anni
Quando Maurizio Sarri approda a Napoli dopo le ottime stagioni di Empoli ha 56 anni. Marco Baroni viene invece scelto la Lazio addirittura a 60, dopo aver salvato l'Hellas Verona con due squadre diverse. Per il tecnico fiorentino che ha un passato di altissimo spessore da calciatore è l'occasione della vita: partito dalla Rondinella, in Serie C2, ha allenato in tutte le categorie. E' approdato per la prima volta in Serie A nel 2017 grazie al Benevento. Nella stagione successiva, in corso d'opera, viene chiamato dal Frosinone, ma poi gli serviranno altri tre anni per ritrovare il massimo campionato: Lecce, Hellas e poi Lazio, appunto. L'occasione della vita. All'alba dei 60 anni, un'occasione da cogliere al volo che Baroni sta sfruttando nel migliore dei modi. Proprio come fece Sarri quando De Laurentiis a età già matura lo chiamò per il grande salto dall'Empoli al Napoli per sostituire Rafa Benitez.

Ricordate l'estate del Napoli nell'anno dello Scudetto? Lotito sulla scia di De Laurentiis
Ma le similitudini tra ciò che è accaduto al Napoli negli ultimi anni e ciò che sta succedendo ora alla Lazio non si fermano qui. Nell'estate precedente allo Scudetto, lasciarono Napoli in ordine sparso Koulibaly, Insigne, Mertens e Ospina, ma anche Fabian Ruiz e Ghoulam. Quell'estate a Napoli emersero non pochi musi lunghi, anche qualche contestazione che si dissolse subito grazie a volti nuovi che portarono risultati ancora migliori. E' un po' quello che quest'anno sta succedendo alla Lazio, squadra a un punto dalla vetta in Serie A e avanti a tutti le altre 35 squadre nel girone di Europa League.
Difficile dire se Lotito riuscirà a ripetere quanto fece De Laurentiis in quella stagione, c'è da dire che la Lazio questa estate ha speso circa 35 milioni di euro, mentre il Napoli nell'estate 2022 di milioni ne spese molti di più. Però la filosofia sembra la stessa e oggi per questa Lazio partita senza il vento in poppa non sembrano esserci limiti.

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