Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Inter, tra pessimismo e realtà

Inter, tra pessimismo e realtàTUTTO mercato WEB
Oggi alle 07:19Serie A
di Redazione TMW
fonte LAPO DE CARLO per LINTERISTA.IT
di Lapo De Carlo: Direttore responsabile de Linterista.it. Giornalista e direttore di Radio Nerazzurra, Giornale Radio, opinionista a Sport Mediaset e TL.

In una linea temporale diversa da questa, all’incirca una settimana fa, esisteva una dimensione nella quale l’Inter era una meravigliosa macchina da guerra, con un tecnico ispirato e una società illuminata.
In questa linea invece l’Inter viene da due sconfitte ed è prossima al disastro contro la Roma e il Barcellona. Sembra che dopo il quinto derby dall’esito disastroso nulla possa far fronte ad una sfida contro Ranieri, il quale da quando ha preso in mano la squadra ha raccolto 13 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte, tutte arrivate all’inizio del suo percorso.
La Roma infatti non perde da 17 partite (diciassette) e ha una media scudetto. In questo momento lotta per trovare un posto in Champions, anche se è a 3 punti dal Bologna, a 2 da Lazio e Juventus ed è più ragionevole penare all’Europa League.
La classifica del girone di ritorno dice che la Roma sarebbe capolista con 34 punti, seguita dall’Inter a 30, il Bologna a 28 e il Napoli a 27.

Ora, la realtà delle cose non sta nella versione ottimista o in quella pessimista.
L'ortodossia del tifo pretende cieca convinzione, in realtà gli interisti sono umanamente volubili, talvolta estremi e ragionano in base ai risultati, eventualmente anche in funzione del gioco. Anche io in radio leggo e ascolto tifosi passati disinvoltamente dall’esaltazione alla depressione più cupa.

Resta il realismo, spesso scambiato artatamente per negatività da chi fa il Masaniello interista in cerca di click e facili consensi.

Domenica alle 15 l’Inter non avrà Bastoni e Mkhitaryan squalificati, Thuram, Zielinski ancora non impiegabili e forse Dumfries tornerà in panchina.
Il mantra di tanti tifosi e della società resta comunque: “siamo l’Inter, niente scuse”. Un claim che oggi viene ripetuto ossessivamente per eliminare qualsivoglia giustificazione, lanciato da Marotta, raccolto da Inzaghi, che sta snaturandosi per alzare il suo livello e quello della squadra, ma che non basta per convincere Taremi a fare un gol o Correa a giocare con grinta.
Il fatto è che all’Inter di questi giorni serve altro per battere la Roma e non è solo la convinzione o l’impegno che nessuno può mettere in dubbio. Tutti stanno dando il massimo e se giocano al di sotto del loro standard, come nel caso di Dimarco, dipende da circostanze fisiche.

Battere la Roma è un’impresa durissima per come arriva la squadra di Inzaghi, tra assenze, stanchezza e l’impegno col Barcellona, senza un giorno in più di riposo per preparare la semifinale.
Se dovesse riuscire a battere i giallorossi potrebbe cambiare tutto il percepito. Oggi il tema è però che l’Inter non sembra avere i mezzi per essere sicura di alcuna vittoria. Potenzialmente ci sono le basi per vincere quasi ogni partita ma nel momento decisivo della stagione non sembra esserci la necessaria lucidità nella gestione tattica, la fondamentale forma fisica che permetta di giocare due tempi e non solo uno, la capacità di amministrare partite fino al 90°, senza andare in sofferenza (più del 40% dei gol presi è arrivato dopo il minuto 80) e soprattutto un parco attaccanti di alto livello, fatta eccezione per i due titolari. Sono dati contestabili? No, sono indizi statistici.
Inzaghi ha parecchie colpe nella gestione tattica di tutti i derby ma non è normale accusarlo di cambiare i giocatori col rischio di prendere i gol. La gente si lamenta ad esempio per le sostituzioni di Bastoni, dimenticando che se gioca sempre fino al 90° si rischia di perdere per infortunio anche lui. E non è normale paura di cambiare un difensore ad un quarto d’ora dal termine per paura di prendere gol. Significa che la colpa non è del cambio ma di una rosa incompleta.
Ci sono ancora risorse fisiche inesplorate nell’Inter ma è la testa la vera variabile ed è su questo che conta il club.

Ci sarebbe da aggiungere qualcosa anche sull’imbarazzante teatrino del calendario, con lo spostamento di Inter-Roma penalizzante, la scelta obbligata di giocare domenica e sulle parole di Roberto Saviano, che hanno svelato un’insospettabile volgarità di un personaggio che ha deragliato in un mortificante moralismo di convenienza, con post violentissimo e intervista più edulcorata ma non meno pesante nei contenuti, ad una radio napoletana. Il personaggio, divisivo, nonostante la sua situazione e il coraggio mostrato negli anni, ha rivelato un animo da ultras da tastiera, accusando l' Inter con toni da osteria e cercando lo scontro, forse per noia, forse per tifo, di sicuro agitando la scimitarra, con parole di autentico odio per l'Inter. La stima si perde più facilmente di quanto si guadagni, ma se si ha un pubblico tanto vasto bisogna avere più responsabilità, sostantivo che forse ha smarrito o forse non crede sia necessario possederla.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile