Baldini: "Carrarese, è storia. Deve vive la finale col Vicenza come se avesse vinto"
Terzo appuntamento della settimana con il programma di TMW Radio A Tutta C, dedicato al mondo della Serie C. In vista della finale playoff di andata, che si giocherà stasera al 'Menti' tra Vicenza e Carrarese, è intervenuto l'ex tecnico degli apuani Silvio Baldini: "Per la prima volta la Carrarese si gioca la possibilità di andare in Serie B, si presenta la storia e i carrarini sosteranno la squadra perché andranno in 2000 a Vicenza. Domenica servirebbe uno stadio da 20mila posti, ma la magia del calcio è questa. In questo momento anche chi non segue il calcio è orgoglioso di quanto sta facendo la Carrarese e la città segue la squadra. Io non voglio salire sul carro dei vincitori, ma i miei figli sono carrarini e stanno già pensando a come festeggiare. Non credo alla scaramanzia, e non vado alla stadio proprio per evitare di vedere gli scaramantici che hanno gufato me, ma il popolo carrarino deve vivere questa sfida come se l’avessero già vinta".
A proposito di panchina, come ha fatto Carrara a convincerla a tornare in corsa?
“Ho molti amici carrarini ed è normale che mi sia sentito coinvolto in questa avventura e in questo sogno di portare la Carrarese non solo in Serie B, ma addirittura in Serie A. E parlai subito di Serie A: se devo esprimere un desiderio voglio ottenere il massimo, non bisogna pensare in piccolo. Se non si capisce che la mia esagerazione è legata al fatto che i sogni non hanno limiti, io non posso farci nulla. Non esistono i realisti, esistono i gufi. Se compro un biglietto della lotteria devo sognare il primo premio, ed è così che funziona anche nel calcio”.
Di recente, invece, l'esperienza a Crotone: cosa non ha funzionato?
“Quell'avventura li mi ha fatto rimanere male, è un bella società, ci sono le strutture... non manca nulla per fare calcio. Quando mi sono presentato ho detto subito che avrei lavorato in un certo modo, dovevamo preparare i playoff, ma a un certo punto si sono presentati Cuomo e Loiacono, capitano e vicecapitano, dicendomi che non riuscivano a seguirmi, che erano stanchi, e a quel punto ho fatto un passo indietro. Stavo dando tutto me stesso. Basti pensare che bon sono andato a vivere in albergo ma vivevo in una cameretta adiacente ai campi, perché questa per me era una missione, non un lavoro”.
Torniamo alla finale playoff. La Carrarese non parte però da favorita...
“La Carrarese deve pensare di essere la squadra più forte e che vincerà. Non deve avere paura che il sogno non si realizzi. Deve godersi con serenità questo momento, devi essere convinto di essere più forte. Se una città ti segue vuol dire che la società e i giocatori hanno fatto un qualcosa di straordinario. Come diceva Nereo Rocco, le finali non si devono giocare, si devono vincere”.