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Buffon: “Ero quasi all’Atalanta. Quest’anno Bergamo non ha metabolizzato le uscite di Gasp”

Buffon: “Ero quasi all’Atalanta. Quest’anno Bergamo non ha metabolizzato le uscite di Gasp”TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 23:53Serie A
di Ivan Cardia

Gianluigi Buffon, capo delegazione della Nazionale ed ex capitano della Juventus, ha parlato a Dazn dopo il pareggio tra i bianconeri e la Roma: “Vedendo stasera, mi sembra che i ragazzi che scendono in campo abbiano qualcosa in più da dirsi, da condividere. Che abbiano un legame e vadano nella stessa direzione. Prima li vedevo più in difficoltà, non vedevo un pensiero comune e mi sembrava che ognuno desse la sua interpretazione, che fossero più slegati”.

Svilar tra i protagonisti.
“Quello che ha fatto questa sera conferma quanto si dice di lui da due anni a questa parte, fa cose fuori dall’ordinario”.

Ti ha fatto effetto vedere così tanti capitani alla Juve?
“Sicuramente è una cosa inusuale. La prima cosa che bisogna fare è conoscere la storia di dove si va, alla Juve entri nello spogliatoio e ci sono le foto dei capitani, in 100 anni di storia. Questa cosa ti deve far pensare che un capitano va trovato. Perché un capitano è quello che, nei momenti delicati o quando c’è da portare il messaggio dell’allenatore, non deve essere depotenziato. Anzi, deve essere supportato e si deve sentire il punto nevralgico della squadra”.

Tudor ha portato la juventinità che mancava?
“È riduttivo. Penso che Igor abbia dimostrato anche a Roma ciò che trasmette, l’energia e la positività che contagia il gruppo, e di cui il gruppo aveva bisogno”.

Che consiglio daresti a Kean?
“Di fare quello che lo rende felice, e che lo fa rendere al meglio. Ci sono alcuni giocatori che hanno bisogno di determinati ambienti per poter performare al meglio. Probabilmente Moise a Firenze ha trovato questo tipo di situazione, e ne deve tenere conto”.

Forse aveva bisogno di uscire dall’ambiente. A Dortmund sembra aver fatto un upgrade con Rudiger e Tah.
“Devo dire che, proprio in quelle situazioni, capisci che hai trovato un attaccante di livello mondiale, almeno dal punto di vista della forza e dell’impatto fisico”.

Alla Juve molti rimproverano aver mandato via anche uno come Fagioli.
“Io penso che arrivi un certo momento in cui anche il ragazzo che cresce nelle giovanili non ha più voglia di sentirsi percepito come il ragazzino che deve crescere. Ha bisogno di sentirsi uno degli undici, uno della squadra: Fagioli aveva bisogno di questo, di un ambiente in cui, come Kean, si sentiva titolare, che la maglia è più o meno certa. Secondo me lui ha fatto bene, poi non metto bocca su come l’abbia gestita la Juventus”.

Avevi parlato bene di Thiago Motta. Cosa non ha funzionato?
"Io penso che, per il background da giocatore e il percorso da allenatore, fosse la mia suggestione più grande. E lo rimane ancora adesso. Io penso che, nel suo percorso di crescita, questa bocciatura gli faccia bene per diventare migliore. Però io sul futuro di Thiago ho tanta fiducia".

È vero che eri vicino all’Atalanta?
“Sì, c’è stato un anno che ero quasi là. Poi come al solito mi hanno messo in mezzo per farmi sentire uno del gruppo, e alla fine ho desistito”.

Cosa è successo all’Atalanta?
“Io penso che Bergamo e l’Atalanta non abbiano avuto quest’anno i succhi gastrici, non hanno metabolizzato certe uscite di Gasp. Ha questi comportamenti, quest’anno non sono riusciti a gestirli bene come in passato”.

Oggi Retegui ha sbuffato per il cambio.
“È un professionista esemplare e un ragazzo d’oro. Probabilmente in un momento in cui la squadra ha bisogno e lui vorrebbe fiducia non riesce a trattenere la sua contrarietà”.

Tudor può restare alla Juve?
“Se dovesse centrare la Champions, e dovesse dare segnali confortanti alla dirigenza, penso sarebbe una scelta logica”.

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