Juve in crisi, Italia in difficoltà: c'è un filo comune. Kean e Fagioli chiedono e ottengono la cessione, con altri due nazionali può finire allo stesso modo. C'era una volta...

C'erano una volta Zoff e Scirea che dopo aver vinto la finale del Mondiale 1982 tornavano in albergo per stendersi sul loro letto e leggere un libro come se nulla fosse accaduto. Lo stesso Zoff insieme a Franco Causio - 304 partite con la Juventus - il giorno dopo si sarebbe messo a giocare a scopone col Presidente Sandro Pertini sull'aereo presidenziale.
C'era una volta una Nazionale che nel 2006 si presentava al Mondiale con cinque calciatori della Juventus: Gianluigi Buffon, Fabio Cannavaro, Gianluca Zambrotta, Mauro German Camoranesi e Alessandro Del Piero. In panchina come commissario tecnico c'era Marcello Lippi. Un allenatore che prima della Nazionale ha allenato la squadra bianconera per 405 partite e l'ha fatto con risultati straordinari. Cinque Scudetti, una Champions League e la Coppa Intercontinentale giusto per citare i successi più importanti.
C'era una volta, nel 2021, un'Italia che ha iniziato il suo Europeo itinerante senza essere annoverata tra le favorite, eppure in quel momento aveva la coppia di centrali più forte d'Europa: Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci. Nove Scudetti vinti insieme alla Juventus, due finali di Champions League.
C'era una volta un blocco Juventus che da sempre è stato uno dei più grandi segreti dell'Italia e adesso non c'è più. Con conseguenze nefaste per entrambe.
Nello speciale proposto ieri su TMW e dedicato a una Nazionale che da questa settimana sarà mentalizzata solo sul cammino verso la prossima Coppa del Mondo abbiamo dedicato un articolo proprio a questo tema. All'ultimo giro la Juve aveva solo due calciatori convocati su 26: Andrea Cambiaso e Federico Gatti. Tre quelli dell'Inter (ma mancava Dimarco), quattro quelli dell'Atalanta (e qui ne mancavano diversi), addirittura cinque per il Napoli. Pochi, troppo pochi se ti chiami Juventus. Sapete qual è l'altra grande squadra che ormai in Nazionale non c'è più? Il Milan. E anche qui i risultati sono quelli che sono...
L'uscita della Juve dal gruppo azzurro non è figlia del caso. E' la conseguenza di scelte di mercato che col senno del poi nessuno rifarebbe. Soprattutto non le rifarebbe quel Cristiano Giuntoli che nei primi giorni di luglio ha avallato la cessione di Moise Kean alla Fiorentina per 13 milioni di euro più cinque di bonus. Non un grande affare, tutt'altro. Perché oggi il centravanti della Nazionale che domenica sera a Dortmund ha regalato un secondo tempo immenso e realizzato una doppietta vale anche più dei 52 milioni della clausola fissata in quella occasione.
Giuntoli l'ha venduto perché Kean chiedeva più spazio, voleva uscire dall'ombra di un Vlahovic che a sua volta andrà via un anno dopo. La Juventus ha preferito svendere il 9 della Nazionale piuttosto che credere in chi alla Juve è nato e cresciuto. L'ha fatto con risultati oggi sotto gli occhi di tutti.
Lo stesso sta capitando con Nicolò Fagioli, anche lui protagonista del viaggio Torino-Firenze ma un semestre più tardi. Da quando è passato alla Fiorentina il calciatore piacentino è rinato. E' tornato titolare, ha rubato la scena proprio nella sfida contro la sua ex squadra e se proseguirà così per lui le porte di Coverciano son pronte a riaprirsi. Del resto Luciano Spalletti ha già dimostrato la scorsa estate di avere un debole per (l'ex) Fagiolino.
Oggi alla Juventus di calciatori eleggibili per questa Nazionale ne restano ben pochi: c'è Di Gregorio, ma scalzare capitan Donnarumma nei prossimi anni sarà pressoché impossibile. Potrebbe esserci Savona e chissà se rientrerà Manuel Locatelli. Difficile.
Allo stato attuale ci Federico Gatti e Andrea Cambiaso. Stop. E però a questa Juventus che dalla scorsa estate somiglia sempre più a un porto di mare, a un club qualsiasi in cui tutto è sacrificabile e merce di scambio, anche loro potrebbero presto dire addio. Cambiaso dallo scorso gennaio aspetta l'offerta giusta del Manchester City, una proposta che dovrebbe arrivare la prossima estate. Gatti non ha ancora firmato il rinnovo e ora è finito nel mirino del Napoli. Sono gli ultimi baluardi di juventinità a Coverciano, eppure presto i libri delle loro storie potrebbero ritrovarsi con pagine simili a quelli di Kean e Fagioli: anche questo è un modo per spiegare la crisi della Juventus. E le difficoltà dell'Italia.
