Sousa alla Salernitana, la carriera da allenatore: due trofei e massimo due anni in panchina
Manca soltanto l'annuncio ufficiale, ma Paulo Sousa è nei fatti già il nuovo allenatore della Salernitana. Prende il posto di Nicola e si appresta alla seconda esperienza su una panchina di una squadra italiana, dopo il biennio alla Fiorentina dal 2015 al 2017. Un'esperienza, quella in riva all'Arno, che segna anche la parentesi con maggior partite alla guida, ben 95. Tutte le altre avventure di Sousa sono durate meno di due anni.
Partenza lenta, poi i trofei
Dopo un apprendistato nell'ambito della nazionale, il primo palcoscenico su cui misurarsi è stato quello inglese. Parte nell'autunno del 2008, da subentrante, al QPR, quindi una stagione completa allo Swansea e poi solo dodici panchine dall'estate a ottobre 2010 a Leicester, senza riuscire però a lasciare un gran segno del suo passaggio. Dall'estate successiva si è aperta per lui una strada entro percorsi alternativi: dall'Ungheria con il Videoton fino ai primi titoli, il campionato israeliano del 2013/14 con il Maccabi Tel Aviv e quello svizzero nella stagione successiva col Basilea.
Parentesi Firenze nel tragitto
Dopo la Svizzera, l'approdo a Firenze. Due stagioni intense, iniziate fortissimo con la Viola capace addirittura di portarsi al primo posto nel mese di novembre e a un soffio dalla Champions League dopo la prima stagione, conclusa però al 5° posto. Il secondo anno, invece, condizionato da uno strappo con proprietà, dirigenza ed ambiente che ha portato a un lento trascinamento e a risultati lontani dalla prima, folgorante stagione. Da lì in poi un nuovo peregrinare che l'ha portato per meno di un anno in Cina, al Tianjin Quanjian, e poi per 18 mesi a Bordeaux, in una situazione di difficoltà economico-finanziarie già pronta ad esplodere con le forme assunte oggi e che hanno portato i girondini in seconda serie.
Ha fatto anche il ct. Ora Salerno
All'inizio del 2021 la chiamata della Polonia per la prima volta da commissario tecnico: un ciclo di sole 15 partite aperto e chiuso da sfide all'Ungheria (3-3 la prima, 2-1 per i magiari la seconda). L'ultima avventura prima di accettare la chiamata di Iervolino è in Brasile, nel nobile Flamengo con cui però Sousa non trova il giusto feeling: una trentina di partite e nessun trofeo per una squadra invece abituata a dominare in patria e in Sudamerica negli ultimi anni. Adesso lo attende la Campania granata del calcio, la speranza di Iervolino è di riuscire a dare una dimensione più internazionale al proprio club.