Neymar potrebbe clamorosamente tornare in Brasile al Santos: ecco perché
Nel Podcast di oggi di Tuttomercatoweb.com, con Marco Conterio, parliamo del futuro di una delle stelle più importanti del calcio mondiale degli ultimi vent'anni: Neymar e un bivio decisivo per il futuro del brasiliano.
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Neymar Jr a nudo. Nell'intervista rilasciata a Romario, leggenda del calcio brasiliano, l'attaccante 32enne non ha nascosto che in carriera ha ambito anche a vincere il Pallone d'Oro, ma i problemi fisici e i vari infortuni subiti ne hanno minato il percorso: "Sono stato parecchio sfortunato con gli infortuni... Negli ultimi sette anni, ho combattuto con problemi che mi hanno costretto a stare fuori dai campi per tre-sei mesi alla volta. Questo ha ostacolato le mie possibilità, se ci pensate".
Ma nel riavvolgere il nastro delle sue tappe da calciatore, non ha potuto fare a meno di rievocare gli anni al PSG, affermando che le sue prestazioni migliori sfoggiate con quella maglia avrebbero meritato un Pallone d'Oro: "Chiunque capisca il calcio sa che il mio picco è stato al PSG. Ero in una posizione per vincere il Pallone d'Oro, ma gli infortuni hanno reso tutto difficile. Naturalmente, ogni giocatore sogna di vincerlo, ma non mi cruccio per questo. La vita va avanti; non era destino, e accetto questo".
Un passaggio inevitabile invece sulla convivenza con KM9 e Leo Messi: "Mbappé non era fastidioso. Io avevo le mie 'cose' con lui, abbiamo avuto una piccola discussione. Era un ragazzo che all'inizio era fondamentale, lo chiamavo 'Golden Boy', gli parlavo, scherzavo con lui, gli dicevo che sarebbe stato uno dei migliori, l'ho sempre aiutato, ho sempre avuto conversazioni con lui", ha affermato Neymar.
Ma soprattutto su Mbappe si è voluto soffermare, rivelando un fatto eclatante: "Quando è arrivato Leo (Messi, ndr), è diventato un po' geloso. Non voleva condividerlo con nessuno (ride, ndr). È così che sono iniziati i litigi, il cambiamento nel comportamento. Cosa è andato storto al PSG? L'ego, l'ego. Penso che averlo sia positivo, pensare di essere il migliore… ma bisogna rendersi conto che non si gioca da soli. Oggi, se non tutti aiutano, è impossibile vincere qualcosa".