Massimo Brambati e Stefano Impallomeni tra calcio e ricordi di vita
A TMW Radio, il programma Storie di Calcio ha ospitato un'emozionante doppia intervista con due protagonisti della Serie A degli anni ’80 e ’90: Stefano Impallomeni e Massimo Brambati. Tra ricordi calcistici, aneddoti personali e riflessioni sulla vita, i due hanno regalato un momento di rara autenticità e intensità.
Stefano Impallomeni: classe ’67, cresciuto nella Roma sotto la guida di allenatori come Nils Liedholm e Sven-Göran Eriksson, Impallomeni ha ricordato i momenti cruciali della sua carriera. La Coppa Italia rappresentò l’apice del suo debutto, ma un grave infortunio contro il Milan pose fine al suo sogno a soli 26 anni. "Mi sono ricostruito come giornalista – ha raccontato – e ho vissuto esperienze incredibili seguendo mondiali ed europei come inviato. Non rinnego nulla del passato, nemmeno gli sbagli". Ma sul mondo del calcio ha dei ricordi bellissimi, in particolare per due tecnici: "Liedholm ed Eriksson. Liedholm perché mi ha accolto a 16 anni mi ha fatto allenare insieme a una super-squadra, e poi Eriksson, un tecnico che anticipò i tempi, il Nagelsmann o il Tuchel di adesso. E' uno che da giovane aveva una testa impressionante, parlava cinque lingue, rideva sempre, si è goduto la vita fino in fondo. Una persona che ho avuto la fortuna di conoscere veramente, un uomo straordinario".
Massimo Brambati: difensore classe ’66, cresciuto nel Torino, ha ripercorso il suo cammino da venditore di bibite a San Siro, fino a calcare quel campo con le maglie di Torino, Bari e Palermo. "Giocare a San Siro dopo averci lavorato da bambino è stata una soddisfazione impagabile", ha detto. Ha poi sottolineato l’importanza di alcune figure nella sua carriera, come Sergio Vatta e Gigi Radice, definendoli "pilastri fondamentali" nella sua crescita personale e professionale. E ha anche ammesso: "Cosa non rifarei? Mi viene sempre in mente il fatto di aver per esempio deciso di non firmare dei contratti. Quale? Beh mi avevano proposto un rinnovo a Bari di tre o quattro anni, adesso non ricordo, e invece mi comportai in modo un po' da stupidino, però d'altronde quando hai 25-26 anni non sei ancora un uomo. Quella che rifarei è sempre condividere le gioie con le persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. Quella la rifarei sempre e continuerei a rifarla".
L’intervista ha rivelato anche il forte legame tra i due, nato durante le convocazioni in Under 21 con Cesare Maldini. "La nostra amicizia dura da decenni e si basa su rispetto e sincerità", ha sottolineato Brambati. Impallomeni ha aggiunto: "Massimo è sempre stato un compagno intelligente, un uomo che sa vivere e guardare oltre il mondo del calcio".
Un momento toccante è stato il ricordo dei rispettivi padri, entrambi scomparsi. Brambati ha espresso il suo rimpianto per non aver ringraziato abbastanza suo padre: "Gli direi semplicemente grazie per tutto quello che ha fatto per me". Impallomeni ha invece esortato i più giovani a godersi i genitori: "Non vergognatevi di essere vicini ai vostri genitori. Sono un tesoro da custodire fino in fondo".