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Pogba: "Anno difficile, mi sono sentito un leone in gabbia. Ma non mi pento di nulla"

Pogba: "Anno difficile, mi sono sentito un leone in gabbia. Ma non mi pento di nulla"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 16 ottobre 2024, 22:00Serie A
di Simone Lorini

Il centrocampista della Juventus Paul Pogba parla a gazzetta.it degli ultimi difficilissimi mesi, che ha passato lontano dal campo per la squalifica comminatagli per doping: “E’ stato un anno molto difficile, la cosa che mi ha fatto più male è stato passare tutti i giorni davanti allo stadio e alla Continassa per accompagnare i mie figli a scuola senza poter entrare ad allenarmi o giocare con la Juventus. Mi sono sentito come un leone in gabbia. A un certo punto volevo andare via dall’Italia con la famiglia perché mi faceva troppo male al cuore questa situazione”.

A distanza di mesi e dopo tutta questa vicenda, ha capito il motivo che l’ha spinta ad assumere l’integratore incriminato?
“La cosa sbagliata è stata quella di non riguardare quello che mi ha dato un professionista. Ripeto: un professionista. Io come tanti giocatori ho un cuoco, un preparatore e un fisioterapista personale, è sempre stato così anche Manchester. Non è una questione di leggere meglio l’etichetta, me lo aveva dato un professionista fuori dal club. Ma non ripeterò la stessa cosa, questo è sicuro”.

È più pentito del divorzio dalla Juventus nel 2016, del ritorno in bianconero nel 2022 o di non essersi subito operato al menisco all’inizio della sua avventura bis?
“Non ho deciso da solo di non operarmi, nessuno in un grande club sceglie singolarmente. Abbiamo intrapreso quella strada di gruppo e i dottori hanno detto che si sarebbe potuto anche fare. Non mi pento di nulla, la vita è fatta così”.

Quando lasciò la Juventus nel 2016, regalò orologi di lusso a compagni e staff. Adesso, in caso di nuovo addio, lo rifarebbe?
“Oggi non voglio pensare a partire e a dire goodbye alla Juve. Nella mia prima esperienza in bianconero avevo vinto titoli ed ero arrivato a giocare nella Francia, ero giovane. Mi sentivo nel cuore di dover fare questo gesto degli orologi. I più stupiti furono i magazzinieri”.

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