La coda del cobra: Bologna in finale di coppa con i gol di Dallinga, il colpo di Sartori più criticato

Del serpente, soprattutto quello a sonagli, ti frega la coda, che si muove e ti distrae mentre stai diventando ignara preda. La coda del cobra si chiama Thijs Dallinga: professione centravanti, acquisto più criticato dell'ultimo mercato estivo del Bologna e probabilmente dell'intero progetto europeo griffato Sartori, ha regalato una bella fetta di finale di Coppa Italia alla sua squadra segnando tre dei cinque gol rifilati all'Empoli in semifinale, risultando presente nel momento in cui colui che l'ha oscurato per tutta la prima parte di stagione, Santi Castro, si è dovuto fermare ai box per il cambio gomme.
Perché se il Bologna è arrivato a scrivere la sua storia una buona parte di merito va sicuramente al lavoro di Vincenzo Italiano, capace di non far sentire affatto il salto dalla stagione dei sogni, la scorsa vissuta con Thiago Motta, ma altrettanta allo scheletro che ha dato a questa squadra un dirigente ormai apprezzato da tutti come Giovanni Sartori. Il Cobra, appunto, di Lodi è senza dubbio l'uomo che ha fatto cambiare marcia al progetto Bologna e la conferma ai piani alti nel 2024/25 non può essere un caso. La sua direzione ha elevato il lavoro di tutti, da Di Vaio che sta facendosi ds d'élite fino ai calciatori stessi.
E se nei mesi scorsi qualcuno con un minimo di confidenza avesse provato a chieder conto a Sartori di Dallinga, si sarebbe sentito ricevere una risposta del genere, anche e soprattutto nelle settimane di crisi nera: "Deve entrare in fiducia e non perderla". La stessa che lo ha trasformato in protagonista delle semifinali di Coppa Italia, con vista e speranze di replica sull'ultimo atto all'Olimpico. La stessa che aveva Sartori quando ha deciso di investire 15 milioni di euro per lui, quella fiducia che potrebbe portarlo a spiccare le ali davvero nel futuro prossimo. Magari senza aspettare la nuova stagione, con un bel colpo di coda...
