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Pogba: "Arrivato alla Juve, mi chiamavano 'Balotelli'. Dopo la squalifica soffrivo troppo"

Pogba: "Arrivato alla Juve, mi chiamavano 'Balotelli'. Dopo la squalifica soffrivo troppo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 9 aprile 2025, 12:57Serie A
di Pierpaolo Matrone

Il Paul Pogba del 2025 è lontano anni luce da quello che il pubblico si era abituato a conoscere. Lontano dal clamore, dai balletti celebrativi, dalle tinte sgargianti e dai riflettori. Oggi si presenta con voce pacata, sguardo profondo e parole cariche di significato. In un’intervista concessa a GQ France, il campione francese si è aperto come forse non aveva mai fatto prima, rivelando il lato più umano di una carriera tanto brillante quanto tormentata. "Prima di tutto, non vedo l’ora di giocare", dice con un filo di emozione. "È passato così tanto tempo".

Parole che raccontano più di una semplice pausa dal campo. Pogba si riferisce al lungo periodo vissuto lontano dal calcio giocato, segnato da una squalifica pesante, da problemi personali e da un senso di smarrimento che l’ha cambiato profondamente: "Se mi fossi preso quattro anni, avrei smesso. Mi hanno dato la pena massima, non hanno ascoltato. Tutto questo mi ha fatto cambiare. È stato come una pulizia completa."

Non solo la squalifica. Pogba raccontato anche la questione dell'estorsione, tenuta segreta persino alla propria famiglia: "L’ho nascosta. Nemmeno mia moglie lo sapeva. Quando tornavo a casa recitavo la parte del marito e del padre. Ma dentro mi stava consumando. Provavo a concentrarmi sul campo, ma era troppo. Il calcio rappresentava solo due ore al giorno di libertà. Quando finivano, tornava tutto".

Sulla prima volta alla Juventus Pogba si esprime così: "Quando sono arrivato in Italia, mi chiamavano Balotelli. Avevo già il mohawk, le tinte, i balli celebrativi, ma anche i movimenti tecnici e tutto ciò che ne consegue. È la mia personalità, ho imparato il calcio così, per strada. In quella squadra, c'era spazio per esprimermi in modo diverso.

La Juventus, il club che lo ha visto esplodere, è stata per Pogba anche un luogo difficile da frequentare da squalificato nella sua seconda esperienza: "Portavo i miei figli a scuola, accanto al campo d’allenamento. Soffrivo troppo."

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