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Inter stanca? Restano i dubbi sulla panchina: con più di 1-2 “riserve” la squadra crolla

Inter stanca? Restano i dubbi sulla panchina: con più di 1-2 “riserve” la squadra crollaTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 08:36Serie A
di Ivan Cardia

Simone Inzaghi non vuole sentire parlare di stanchezza, è un alibi che non vuole concedere a se stesso e alla sua Inter. La fiacchezza dei nerazzurri, però, è apparsa sin troppo evidente nel secondo tempo con il Milan: in campo a San Siro, nei 30 minuti finale, ci sono stati solo i rossoneri di Sergio Conceiçao.

Segnali preoccupanti in tal senso, in verità, erano già emersi nelle ultime uscite, al netto del capolavoro nel doppio confronto Champions con il Bayern Monaco. I giocatori di Inzaghi, del resto, vivono in un tour de force che rischia di diventare un loop infinito con il prossimo mondiale per club. Un esempio su tutti: Lautaro, di fatto, gioca in maniera ininterrotta da agosto 2023. E per di più l’Inter dipende da lui, e da quelli come lui. Cioè i titolari.

Le riflessioni sulla panchina dell’Inter sono ondivaghe: quando vince con gol di Frattesi o Arnautovic - e capita spesso - diventa una miniera d’oro. Quando chi subentra non dà il contributo sperato, ecco che le “riserve” (il termine nel 2025 viene considerato quasi offensivo, ma di fatto di questo si parla) sono considerate non all’altezza. La verità, come spesso capita, sta noiosamente nel mezzo. L’Inter ha un’ottima panchina, ma a questi livelli, e a questo punto della stagione, riesce ad assorbire un paio di novità alla volta, specie in quei ruoli dove la differenza tra prima e seconda scelta è più marcata. Se il turnover diventa più ampio - e non è certo una colpa di Inzaghi - la squadra inizia a deragliare. Il caso più emblematico, evidentemente, è l’attacco: Taremi doveva essere quello che l’anno scorso è mancato, una valida alternativa alla ThuLa. Oggi è un corpo estraneo. Ma anche a destra c’è una questione anagrafica legata a Darmian al posto di Dumfries, e a centrocampo c’è un’evidente difficoltà a concedere turni di riposo simultanei a più di uno fra Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan. Risultato: quando serve, diventa un problema. E l’Inter finisce per sbandare.

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