Cosmi: "Calcio ferito gravemente. Chi pensa di fare il giocatore per apparire non arriverà mai"
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Intervistato dall'edizione odierna de La Stampa, Serse Cosmi ha parlato del mondo del calcio e in quale piazza gli sarebbe piaciuto allenare: "Quando ero a Perugia sognavo Genova per il mio idolo De André - ha esordito l'ex tecnico fra le altre proprio dei rossoblù - per la città, per la gente e poi ci sono capitato. Campionato stravinto tolto per un’irregolarità che non ci devo manco pensare che è meglio per tutti.
Chiunque sa che sono tifoso della Roma, sarebbe troppo facile sognare l’Olimpico e i tifosi della Magica. Allora dico Torio, un’altra mia passione. L’avrei vissuta come casa mia. Ci fu un approccio ma all’epoca avevano difficoltà. I calciatori? Ma è sempre stato così - ha proseguito -. Il problema è che chi pensa di fare questa carriera solo per apparire non arriverà mai. Serve tutto il resto e soprattutto serve La Passione scritto con le maiuscole.
Ma la mia non era un’accusa. Quando allenava il Brescia l’immenso Mazzone mi disse: vedi quello lì, ha mezzi pazzeschi, ha tutto, la macchina, una maglia super gnocco, tutti quei disegni…(ride ndr). Sì, Carlo i tatuaggi li chiamava disegni. Il calcio è morto? - ha concluso Cosmi - Di sicuro è ferito gravemente".
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