La Juventus usa la NextGen come un bancomat. Perché serve vincere subito, mentre il progetto passa dai 2008 (prossime plusvalenze)
La rivoluzione va fatta, nel nome del denaro ma anche dei risultati. La Juventus sta cercando di staccarsi da dosso le ultime zavorre della precedente gestione, non tanto quella di Allegri, bensì quella di Agnelli. Tutti quanti - anche i dipendenti che da anni erano in casa bianconera - sono stati esautorati e sostituiti, forse per far capire che è davvero cambiato qualcosa. Se non tutto. Limitatamente ai giocatori la Next Gen è, di fatto, il bancomat di casa Juve. O meglio, il modo per avere i soldi per finanziare la campagna acquisti. Barrenechea e Iling Jr sono due plusvalenze praticamente totali, anche se inserite in uno scambio. Moise Kean no, 13 milioni più 5 di bonus, perché nel 2021 era stato inserito un obbligo di riscatto a 28 milioni più 7 per il prestito biennale. Insomma, c'è stata una (mini) plusvalenza di circa 3 milioni rispetto ai 10 a bilancio al 30 giugno 2024.
Poi ci sono Soulé e Huijsen. Valorizzati, considerati come dei predestinati, ceduti. 26 milioni più 4 di bonus il primo, 18 tutto incluso il secondo. Una bella plusvalenza per cercare l'assalto a Koopmeiners - vero obiettivo, da capire se ci saranno gli estremi per convincere l'Atalanta, oramai salita sull'Aventino del non cederlo se non per un'offerta faraonica - l'uomo chiave che farebbe svoltare centrocampo e attacco con Thiago Motta. Ma è un modo anche per avere tutto e subito, mentre gli acquisti vanno spalmati nel corso degli anni. Weah, Vlahovic, Bremer rimarranno come ammortamenti anche in questa stagione. Poi ci sarebbe l'intenzione di cedere tutti gli altri.
Perché meglio una gallina oggi che un uovo domani? Perché il meccanismo delle plusvalenze in una società di calcio è cervellotico. I giocatori sono l'asset principale e se sono venduti vanno inseriti subito nel bilancio corrente. Quelli che vengono comprati si suddividono in tot anni, cioè quelli di contratto. Hai i soldi subito ma compri a rate, è chiaro. La rivoluzione va fatta ma con un occhio ai soldi, almeno attualmente, poi si vedrà. Perché vincere aiuta il bilancio e sono un volano, il Mondiale per Club aiuterà ulteriormente la prossima stagione, al netto delle proteste di atleti e federazioni europee.
La realtà è che la Juventus sta pensando più al subito che al dopo. Cercherà di fare una squadra competitiva per vincere lo Scudetto subito, tanto la nidiata delle prossime plusvalenze è in casa. Adzic è uno. Barido un altro. Dovevano esserci anche Della Rovere e Toni Fernandez, ma hanno scelto diversamente perché non convinti dal progetto (cioè probabilmente quello di finire nella squadra B e poi essere venduti in caso di bisogno). Alla fine resiste stoicamente e strenuamente solo Yildiz. Mettiamo che faccia una stagione straordinaria, da titolare, a vent'anni: il City, lo United, il Real Madrid, il PSG non si metteranno in fila per cercarlo di acquistare a 70-80 milioni? Certo che sì. La Juventus avrà la forza per dire di no? Da capire, perché comunque ci saranno gli ammortamenti della rivoluzione odierna.
Poi ci sono gli esuberi. Szczesny, De Sciglio, Rugani - che ha rinnovato il contratto al 24 di maggio, da capire il perché - Chiesa che non rinnova. Poi chi potrebbe andare via con grande felicità di chi comanda, come i Milik e i Kostic, che hanno un po' di mercato e uno stipendio importante. McKennie ha rifiutato la cessione perché ha chiesto la buonuscita e non è stato accontentato. La Nextgen in questa stagione ha portato circa 85 milioni di euro per cinque giocatori: de Winter, Barrenechea, Iling Jr, Soulé e Huijsen. Perché avere l'uovo domani?