Juve: voglia di Pogba. Milan: occhio al gol di Leao (e Milik...). Inter: il Papu, Eriksen, la "bellezza" di Conte e... De Paul! Napoli: i "corvi" di Gattuso. E una cosa su Suarez
Eccoci qui a un passo dal Natale. Si gioca oggi, si gioca domani e poi tutti fuori dalle balle a organizzare il primo Cenone senza parenti, che può sembrare brutto ma neanche troppo. Il consiglio è: comprate molta insalata russa e passerete un gran Natale.
Ma veniamo a noi.
Staffelli ha consegnato il Tapiro al Papu Gomez e il Papu Gomez si è incazzato. Al netto del “non si fa” e di tutti i buonismi tipici di questa barbosissima era "politicamente correttissima", la verità è che il Tapiro d’Oro aveva già rotto le balle dieci anni fa.
Tutti si domandano, dove andrà a giocare il Papu Gomez? Settimana scorsa vi avevamo accennato al derby Inter-Milan, ma mica perché sapessimo qualcosa (giammai!), siamo andati secondo logica. Ecco, manteniamo il punto ben sapendo che a Bergamo non intendono fare sconti. Totale: vedremo chi offre di più, di sicuro le milanesi non vogliono spendere più di una manciata di milioni. Ergo, magari alla fine resta a Bergamo.
Nel frattempo l’Atalanta spinge come solo lei sa fare. I dieci minuti del secondo tempo contro la Roma dicono che sì, la Roma si è certamente bloccata, ma quando la Dea gioca a quel livello lì non la ferma quasi nessuno.
Li sentite i tromboni? Ecco, sono i catastrofisti. Questo giro di giostra tocca a Gattuso. Gli danno dell’incapace per la doppia sconfitta Inter/Lazio. È vero, contro Immobile e soci non sembrava davvero una squadra targata Ringhio, pur al netto delle assenze. Contro l’Inter, invece, abbiamo visto un gran Napoli. Morale, prima di crocifiggere colui che ha portato nel Golfo la Coppa Italia è meglio pensarci 21323 volte, che poi magari ci si pente.
Ps. I detrattori di Ivan Gennaro stiano sereni, non ci sarà mai “battaglia” con uno come lui: se mai vedrà che la squadra non risponde ai suoi segnali – cosa attualmente non vera - sarà il primo a levarsi di torno. E non chiederà un soldo. Lo ha già fatto in passato, unico e solo.
Ecco, il medesimo trattamento era stato riservato un anno fa a Stefano Pioli: il Milan perde a Bergamo con l’Atalanta e il tribunale social chiede la testa del “traghettatore”. Un anno dopo siam qui tutti a leccargli il culo (perdonate il francesismo). Il gol di Leao è la rappresentazione in campo del gran lavoro del tecnico. Una cosa tipo “Tutti pensano che oggi cadremo e, invece, noi proviamo a mordere dal primo secondo”. E la squadra risponde.
Ps. Che il Milan abbia una media punti superiore senza Ibra in campo non conta una beata fava – prima torna meglio è per il diavolo –, ma è l’ennesima prova che il gruppo nato un anno fa va oltre il suo fenomeno.
Ps./2 Si parla di “Rinforzo Scamacca”. Ci sta. Nella nostra testa questo gruppo di lavoro si è meritato una certezza in più, Milik per dire. Costa qualche milione e ne guadagna qualche altro, è vero, ma ha 26 anni e tutti i parametri graditi al club. Potrebbe essere la mossa giusta.
Altro giro, altra corsa. Di Pirlo abbiamo detto che non è bravo, che è bravo, che non capisce nulla, che capisce tutto, “ma dove vuole andare”, “ha trovato la sua Juve”. Insomma, siamo meno equilibrati noi di lui, che pure ha un atteggiamento tattico assai garibaldino. Ma il barbutissimo è persona intelligente e, infatti, ha scelto di dare una mano al suo centrocampo inserendo un uomo in più, mossa che ha aiutato lui, la Juve, e pure gli stessi centrocampisti: in due parevano degli improvvisati, in tre fanno un figurone (McKennie su tutti, ma qui il merito è parecchio suo, bravo).
Ps. La Juve lavora alacremente per Pogba. Per gennaio è praticamente impossibile, per giugno decisamente no, ma solo in caso di partenze importanti...
E infine l’Inter, che è brutta, per carità, ma vince; dopo l’uscita dall’Europa è decisamente quel che conta. Fanno sei successi filati in campionato, tutti molto “contiani”. Con il Napoli è servita una dose della componente più importante in ogni campo della vita (il culo), contro lo Spezia è bastato un guizzo del tandem Lautaro-Hakimi (il marocchino non saprà fare la fase difensiva ma, oh, anche chissenefrega).
Va così, prendere o lasciare: l’Inter può vincere se assimila al 100% lo spirito del suo allenatore e il suo allenatore pretende concretezza e pochi fronzoli. Ecco, magari è legittimo chiedere un pizzico di fantasia in più, che non sarà quella di Eriksen (che tristezza vederlo allenarsi da solo sul prato di San Siro) ma quantomeno può avere il faccione di Sensi. Del resto l’Inter migliore di Conte è proprio quella di un anno e mezzo fa, con l’ex Sassuolo a dare un bel po' di brio.
Ps. Molti si domandano: chi arriverà? Il Papu può essere un'opzione, per il resto si spenderà solo in caso di incassi. L'eccezione? De Paul. Lo vuole l'Inter, lo vuole Conte, il club parla - e molto - con l'Udinese. Attenzione...
Fine. Anzi no, un paio di cose ancora.
La prima, l’esame di Suarez.
"Il bambino porta cocummella (cocomero), mangiare".
"A 15 anni cominciare a giocare a calcio".
"Mia famiglia molto numerosa. Cinquo ermano... eh cinquo fratelli".
Gli esaminatori: "Non spiccica una parola, ma non gli puoi fare saltare 10 milioni di stipendio".
Questa cosa non dovrebbe scatenare la stucchevole guerra pallonara tra juventini e non juventini, ma quella di tutti verso ‘sta cosa assai triste.
La seconda, il Natale.
In genere auguro un sentitissimo “auguri a te e famiglia”, ma quest’anno proviamo a essere un minimo seri.
È stato un anno faticoso per mille motivi ed è inutile che ci raccontiamo cazzate, sarà complicato anche il prossimo. Qui parliamo di faccende futili, del calcio e i suoi derivati. Ecco, almeno quando discutiamo di queste cose proviamo a non prenderci troppo sul serio.
Auguri a te e famiglia.