Le (dure) critiche a Guardiola fanno riflettere…
Pep Guardiola, uno che ha vinto oltre 50 trofei in carriera (giocatore e allenatore), con quattro Champions League a brillare in bacheca (una da giocatore, tre da tecnico), è nell’occhio del ciclone. Il motivo? Un momento difficile del suo Manchester City che, complici anche una sequenza di infortuni da mal di testa, sta inanellando prestazioni onestamente mediocri. In Premier League, i tifosi delle altre squadre chiedono il suo esonero. Illustri addetti ai lavori lo considerano stanco e al capolinea. Stiamo scherzando, vero? Come si può criticare Pep Guardiola? Ovunque è stato ha vinto e, soprattutto, ha dato spettacolo. Vero, ha sempre avuto a che fare con squadre di primissimo livello, imbevute di campionissimi, ma ha vinto e anche tantissimo. Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City. Tre panchine, decine di trofei… Eppure, c’è chi non lo ritiene più all’altezza. A 53 anni, Pep Guardiola è considerato “avariato”.
Capisco che nell’era dei social, ci si lascia andare a giudizi “di pancia”, senza collegarsi al cervello ma pensare che Pep Guardiola non sia un fenomeno significa avere la conoscenza del materiale calcistico al pari di un dromedario (con tutto il rispetto per l’apprezzato animale). Tutti i giganti della panchina hanno vissuto momenti difficile.
Ricordate Ancelotti a Napoli? Dopo il suo esonero, era dato per spacciato… Beh, non è andata proprio così… Idem per Mourinho. Sembrava fosse venuto a Roma per svernare. Ha vinto una Conference League in una città non abituatissima a trionfare, no?
Chissà come sarebbero stati accolti oggi i momenti di difficoltà di allenatori come Trapattoni, Sacchi o Capello… Ritengo che manchi la cultura del rispetto del lavoro degli allenatori. Non possono bastare una manciata di partite negative o, perché no, una stagione deludente, per etichettare un allenatore come al capolinea o, peggio, non più tra i top. Ok, nel calcio si guarda sempre avanti e mai indietro ma ci sono tecnici che si sono meritati, sul campo, l’immortalità e, tra questi, c’è anche Pep Guardiola. Sono un patrimonio, non un bersaglio da colpire senza pietà… Vero, ormai tutto è diventato lecito. C’è chi si permette di contestare ad uno come Pep Guardiola la gestione del gruppo o, altra bestemmia, il modo di far giocare la sua squadra. Chi si presta a questo gioco, sta solamente cavalcando il trend del momento: critica, così scateni polemiche e interazioni…
Oggi il City di Guardiola sarà di scena a Torino contro la Juventus. Personalmente, pur facendo il tifo per la Vecchia Signora, sono felice di poter vedere nuovamente in azione una squadra allenata da un fuoriclasse della panchina. Ricordo il suo Barcellona a San Siro, come potrei dimenticarlo… Solo applausi e rispetto per Pep.