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Lo scarto del Milan, il centrale del Verona, la punta del Genoa, il regista della Salernitana. Per costruire un capolavoro non servono i nomi altisonanti: il miracolo da Scudetto di Percassi, Gasperini e D'Amico

Lo scarto del Milan, il centrale del Verona, la punta del Genoa, il regista della Salernitana. Per costruire un capolavoro non servono i nomi altisonanti: il miracolo da Scudetto di Percassi, Gasperini e D'AmicoTUTTO mercato WEB
sabato 7 dicembre 2024, 16:44Editoriale
di Marco Conterio
Editorialista e uomo mercato di Tuttomercatoweb.com, conduttore e radiocronista per Radio Sportiva. Indiscrezioni e mercato per Rai Sport

Il destino che è scritto nelle stelle ha i capelli a spazzola, gli occhi da koala e gli incisivi un po' sporgenti. Ha il talento da Flaco degli argentini, il fisico esile, gracile, ma due spalle che Bergamo e Gian Piero Gasperini hanno forgiato settimana dopo settimana. E' con queste che Charles de Ketelaere trova la forza di travolgere pallone e Theo Hernandez e di mettere in rete il gol che vidima, certifica e conferma che l'Atalanta è una seria candidata per vincere lo Scudetto della Serie A 2024/2025. Il segno beffardo della sorte è che è proprio lui, il promesso Kakà che poi bimbo d'oro non è stato, meteora rossonera, scaricato dal progetto milanista, a colpire al cuore una volta per tutte le residue ambizioni della formazione di Paulo Fonseca. Come a certificare ancora una volta un'altra verità. Non ci sono, eccezioni dell'Olimpo della Dea Eupalla a parte, giocatori forti in assoluto e buoni per ogni stagione. Ci sono ottimi e buoni giocatori che se inseriti nell'ambiente giusto, nel contesto, nello spogliatoio, nella città, coi compagni, con l'allenatore, col sistema, nel momento perfetto, diventano funzionali. E rendono dieci volte meglio che altrove.

Tutti gli uomini del capolavoro Dea
E' il grande segreto dell'Atalanta, il progetto della famiglia Percassi, Antonio e Luca, il calcio nel sangue da una vita, Bergamo nella pelle da sempre, l'Atalanta come manifesto della filosofia e dell'ambizione coi piedi ben piantati de hota, mica con la testa de hura, nel cielo e tra le nuvole. I Percassi rappresentano bene Bergamo, l'Atalanta altrettanto, Gasperini pure, anche se ne è un figlio adottivo seppur in canuta età. Con Tony D'Amico ora braccio armato del mercato, in un progetto armonioso e che vive di sintonie e accordi, di scontri e liti, di rabbia positiva, di faccia a faccia costruttivi, la Dea non ha sbagliato praticamente più niente. E i colpi delle ultime sessioni lo confermano, e la sottaciuta voglia di sognare più in grande che si può, negata per sincera umiltà più che per modesta parsimonia, adesso è un grido che sta per esplodere. Scudetto.

La funzionalità del mercato dell'Atalanta
Yes, they can. Perché l'Atalanta è stata creata con raziocinio. Funzionalità. D'Amico ha pescato nella sua Verona lo svedese Isak Hien, che prese dal Djurgarden in Svezia. Andiamo rapidi, perché la Dea non è una lista della spesa ma di giocatori che sono tessere d'un domino perfetto. Lazar Samardzic arriva dall'Udinese, mica dal Real Madrid. E così Mateo Retegui, che in un pomeriggio e in un una notte è stato preso dopo l'infortunio di Gianluca Scamacca. Pagato, sì, ma col sudore dei risultati ottenuti. E poi Ederson, dalla Salernitana. O Sead Kolasinac, parametro zero che pareva volgere al desio dopo Marsiglia. Odilon Kossounou dal Leverkusen ma pure Marco Carnesecchi e Matteo Ruggeri, andati in prestito a farsi gambe, spalle, guantoni e ossa, a Cremona e Salerno. B e A, l'ascensore della vita, a premiare il merito. E' il capolavoro Atalanta, dove non servono nomi altisonanti per gridarlo, ora sempre più forte. Scudetto, Yes, they can.

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