Calcio2000 - Verde: "Totti era il vero Capitano, l’esempio da seguire"
Daniele Verde, ex talento del settore giovanile della Roma oggi all’AEK Atene ha raccontato della sua crescita e della scelta che l'ha portato a giocare nella prima divione greca, in una lunga intervista rilasciata al bimestrale Calcio2000.
"Sono nato e cresciuto a Napoli: amo la mia città, è la cosa che più mi manca in assoluto. Forse è per questo che ho sempre scelto piazze calde, perché per me il calcio è passione, tifosi veraci, gente che vive per arrivare al fine settimana e andare alla partita. Qui ad Atene è così, probabilmente è per questo che mi ci trovo benissimo”.
A 13 anni Daniele va a fare un provino alla Roma, non glielo fanno neanche finire che ha già la penna in mano per firmare: “E’ un ricordo indelebile, un’emozione incredibile. La mattina ero a Fuorigrotta, il pomeriggio a Trigoria...Non ero neanche sicuro di avere fatto bene. Quando mi hanno detto che avevo passato il provino, non ho capito più niente. E me lo dissero subito, la partita praticamente non era ancora finita che mi presero da parte per farmi firmare. A notarmi fu Bruno Conti, è stato lui a farmi fare il provino, ma è stato Montella a scegliermi. È stato proprio il Mister a dirmi di giocare terzino, non so perché. Ma poi, da quando mi ha messo laterale alto, non mi ha più cambiato ruolo”.
“Quando penso che un giorno potrò raccontare ai miei figli e ai miei nipoti di aver giocato con Francesco Totti, mi vengono già i brividi. Per me Francesco è stato uno dei giocatori più forti al Mondo, vederlo da vicino era uno spettacolo. Poi è un ragazzo stupendo: timido, quasi sempre silenzioso, mai una parola fuori posto, sempre pronto ad incoraggiarti. Era il vero Capitano, l’esempio da seguire".
Sul passaggio all'AEK Atene.
"...non dipendeva tutto da me. Io sarei rimasto in Spagna perché mi trovavo bene, però non c’erano le condizioni. È arrivata la proposta dell’AEK che, ha investito su di me pur essendo praticamente in scadenza, offrendo una cifra importante alla Roma per il cartellino e a me tre anni di contratto. È stato un segnale di fiducia decisivo. E poi l’AEK è un club prestigioso, di grande storia, che ogni anno gioca le coppe europee. Per me era un’occasione importante e devo dire che non ci ho messo molto ad accettare. Anzi”.
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