Mandorlini dopo l'addio al Cluj: "Me ne vado secondo in classifica, non ultimo"
Andrea Mandorlini torna a parlare a stretto giro di posta dalla separazione con i rumeni del Cluj, ufficializzata stamani tramite risoluzione consensuale: il tecnico italiano sceglie Tuttomercatoweb.com per raccontare le sue sensazioni e gli umori al termine della seconda parentesi in Romania, meno fortunata della prima in cui portò la stessa società a vincere campionato nazionale, coppa e Supercoppa: "Ieri sera molto tardi abbiamo risolto, ci siamo salutati con molta tranquillità. Una settimana fa erano uscite certe voci, ma non sono stato esonerato. Sono arrivato che eravamo secondi e lì me ne vado, siamo stati anche primi. E poi in Romania ci sono pure i playoff. Mi dispiace, però è andata così. Anche l'ultima partita giocata nel 2023 avevo certi sentori e anche vincendo 4-0 non ero felice come dovevo essere. Quindi il ritiro invernale a Valencia e una sola partita: certo, non buona, ma era il caso di dividerci. Le aspettative del club erano diverse, anche se la squadra era tutta nuova".
Quali differenze ha provato rispetto alla prima esperienza al Cluj?
"Sono stato bene anche in questa seconda parentesi. Con il club ho un rapporto buonissimo e c'è sempre stato. Il rammarico è stato buttare via occasioni incredibili per fare risultato. Però ora è tardi e non serve. Al di là di quello, dico che la risoluzione è consensuale perché il rapporto è dovuto anche a quanto fatto dieci anni fa".
Quale l'aspetto principale oggi fonte di delusione e rammarico?
"Siamo partiti molto in ritardo, ad agosto ancora avevamo pochissimi giocatori. Piano piano ne ho portati alcuni che erano stati con me in Italia: penso a Tachtsidis, avremmo dovuto prendere anche El Kaddouri ma non abbiamo fatto in tempo col tesseramento. La squadra in ogni caso giocava e creava veramente tantissime occasioni. Avrei voluto più tempo, però in fondo in fondo è sempre quello il discorso. Sono tornato più che volentieri, comunque me ne vado via da secondo, non di certo ultimo".
Come è cambiato il Cluj da quasi quindici anni fa a oggi?
"Il contesto della città ha visto uno sviluppo economico incredibile, tutto all'avanguardia, strutture anche sportive eccellenti e nuovissime. E non solo Cluj, ma l'intera Romania... Il calcio è cambiato moltissimo e non per niente si sono qualificati all'Europeo dopo tanti anni. La situazione è ottimale".
Ora cosa la aspetta? La ritroveremo in Italia?
"Ho fretta, vi dico la verità. Dopo sei mesi di lavoro fatico a fermarmi, sono allenato agli esoneri... Ora sto qua e aspetto. C'è dell'amarezza perché le cose non ci sono girate bene, però fa parte tutto del gioco e sicuramente voglio ripartire subito".