Dal Trento alla A greca. Marchegiani: "Esperienza utile al mio bagaglio umano"
"Era il 3 luglio, e il mio attuale allenatore dei portieri, Marco Garofalo, mi chiamò per sapere se avessi voglia di affrontare una nuova esperienza calcistica, all'estero. Inizialmente forse ero un po' titubante, andare in Grecia, da dove era arrivata la proposta, voleva dire non solo rimettersi in gioco, ma anche affrontare il problema linguistico. Però mi sentivo carico e felice, perché ho capito che questa esperienza sarebbe stata utile non solo per il mio bagaglio professionale, ma anche umano, e così ho accettato": esordisce così, in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, il portiere dell'Atromitos, formazione della massima serie greca, Gabriele Marchegiani.
Che dopo il biennio a Trento, e svariate stagioni tra Serie B e Serie C, ha deciso di sposare il progetto della formazione ellenica: "Al momento non sto trovando molto spazio, ma sono comunque felice perché sto migliorando molto: ho esordito, e ora spero di giocarmi il posto da titolare. Ho ovviamente vissuto un momento di ambientamento iniziale, mi sono adattare a una nuova visione del calcio, e lo scoglio linguistico, soprattutto in un ruolo come il mio dove la comunicazione con i difensori è indispensabile, ha inciso. Ma, come dicevo, mi sento cresciuto".
Stai ancora seguendo il calcio italiano?
"Assolutamente si. Seguo tutte le categorie, e ancora con affetto il Trento, ho lasciato li tanti amici. La squadra è partita bene, non è riuscita a vincere nelle ultime gare ma non ha peccato a livello di prestazioni: spero possano andare sempre in crescendo".
Al netto delle singole squadre, il sistema appare sempre più al collasso.
"La Serie A, pur non avendo l'appeal della Premier, è ancora un campionato importante, ma credo che sia vecchio per come è strutturato, anche se forse ci sono più investimenti nei settori giovanili. I problemi sono maggiormente evidenti nelle categorie inferiori, dove non ci sono introiti adeguati e si pensa di poter risolvere tutto con la regola dell'obbligo degli under. Che sta solo danneggiando tutti. In un mondo ormai globalizzato, dove tutto ormai producono talenti, noi ci siamo fermati: i giovani bravi, però, ci sono anche in questa generazione, il problema è come vengono impiegati. Il concetto di meritocrazia andrebbe ripristinato".
Il disastro Nazionale è forse lo specchio di quello che dicevi?
"Come ho detto, di giocatori forti ce ne sono, e i momenti di difficoltà possono capitare a chiunque. Non dobbiamo poi dimenticare che allenare la Nazionale non è mai semplice, non è un club, il lavoro richiesto è diverso, ma Spalletti è uno dei migliori allenatori italiani in circolazione, con Ancelotti".
È esploso anche il caso scommesse, proprio alla vigilia di uno snodo fondamentale per gli Azzurri.
"Ci sono indagini in corso, starà agli organi competenti parlare in merito. Sono certo, però, che Spalletti terrà alta la concentrazione di tutti".