Lazio, Fabiani: "Rifiutate offerte importanti a gennaio. Non prendiamo in giro i tifosi"
14.55 - Tra pochi minuti il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani parlerà dalla sala stampa del centro sportivo di Formello per presentare i nuovi acquisti Arijon Ibrahimovic, Oliver Provstgaard e Reda Belahyane. Segui la diretta testuale su TUTTOmercatoWEB
15.54 - È iniziata la conferenza stampa di Angelo Fabiani
Provstgaard è arrivato a sorpresa, era praticamente fatta col Pisa, da quanto lo seguivate? Avete già deciso se verrà inserito qualcuno in lista UEFA con l'allenatore?
"Il 25 agosto in una gara di Superliga mandai a vedere Provstgaard, questo sta a significare che era un giocatore da noi già attenzionato e che avevamo scovato tra i tanti profili che osserviamo durante lo scouting. È chiaro che poi va visto dal vivo, quello che fa vedere il video non dà mai la completezza. Lo mandai a vedere ad agosto da un nostro osservatore e ci confermò le nostre percezioni sul giocatore. Non è stato mai lontano dalla Lazio, poi ci sono altre cose che distolgono ma quando stringi la mano al procuratore, al giocatore e alla società sei sicuro che il ragazzo verrà alla Lazio. Ero super tranquillo. La lista la consegneremo a breve, sono state fatte delle riflessioni con l'allenatore. Non bisogna alterare equilibri che fin qui hanno fatto la differenza all'interno dello spogliatoio. Più tardi saprete i calciatori messi in lista UEFA".
C'è un fondo di verità nella trattativa Pellegrini?
"È un'operazione estremamente complessa perché dovrebbe essere trasferito alla Juventus, con la Juve che poi dovrebbe cedere definitivamente il giocatore. La vedo una soluzione abbastanza difficile e complicata, atteso che ufficialmente non abbiamo avuto nessuna richiesta. Di ufficiale non abbiamo ricevuto nulla".
Visti i rinforzi di Milan e Juve è più complesso entrare in Champions?
"È una domanda difficile, alla 23esima giornata siamo in un'ottima posizione. Abbiamo iniziato un ciclo triennale, non si potrà valutare questo ciclo in pochi mesi ma in almeno tre anni. Oggi siamo soddisfatti di aver fatto alcune scelte, non erano semplici e ci stanno dando delle soddisfazioni. Mi auguro che questo avvio di campionato possa confermare tutto quello fatto fino ad oggi. Altre squadre si sono rinforzate, ma io devo guardare in casa Lazio. Se le altre sono ricorse in maniera massiccia sul mercato evidentemente non ha funzionato qualcosa".
Quali sono le motivazioni che hanno portato all'esclusione di Pellegrini?
"Mi sarebbe piaciuta la stessa domanda quando non c'era Hysaj a settembre. Rispondo seramente perché non mi sottraggo mai alle domande dicendo sempre la verità. La valutazione di mettere in lista alcuni giocatori spetta al tecnico in base alle esigenze, certamente avallata dalla società. Se è emerso che Pellegrini non fa parte della lista in Serie A è una scelta ponderata a 360 gradi dal tecnico, avallata dalla società per cui si è presa questa strada. Poi ci possono essere i se e i ma, ma nella vita con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Ci sono dei percorsi da affrontare e poi ci sono delle idee che possono essere giuste o sbagliate. Basic fino a tre giorni prima era in procinto di andare alla Cremonese e non è voluto andare, poi c'è stato il Sassuolo e non si è fatto nulla, ma noi lo avremmo dato. Poi l'allenatore fa delle valutazioni, pensa che il ragazzo possa tornare utile e io non posso entrare nella testa dell'allenatore e di ciò che pensa l'allenatore. Devo assecondare le sue richieste, questo non significa che la società non avalla. La società va dietro alle indicazioni del tecnico, così come in alcune circostanze è il tecnico ad andare dietro alle indicazioni della società. Se avessimo preso Nesta il tecnico sarebbe stato più contento, ma abbiamo una linea guida su dei giovani che possono diventare giocatori importanti. Ci hanno chiesto diversi giocatori, anche lì il tecnico ha messo il veto e noi abbiamo avallato in linea con la coerenza che abbiamo. Non vogliamo smantellare, ma puntellare e rinforzare la squadra. Questo è quello che accade a gennaio, poi a luglio si apre un nuovo modo di fare mercato. Se dovesse andar via Castellanos dovrò prendere un giocatore migliore, la società non andrà mai a indebolire l'organico. Noi in estate lo dico francamente potevamo mettere in tasca un qualcosa come 100 milioni facendo delle cessioni, abbiamo detto di no perché abbiamo fatto delle considerazioni tra il presidente, il direttore e l'allenatore per rispettare la piazza. I veri acquisti nel mercato di riparazione sono state le permanenze di alcuni calciatori".
È deluso dal rendimento di Noslin e Tchaouna? Cosa si aspetta da loro nei prossimi mesi?
"Sono due giocatori molto giovani, bisogna aspettarli è forzata come situazione perché quando sono entrati hanno sempre dato il loro contributo. Ci sono degli equilibri di squadra, alcuni giocatori magari giocano meno, ma non ci sono giocatori con mille minuti e giocatori con 50. I giocatori di movimento sono 14, da lì non si scappa. Il dato positivo è il modus operandi di Baroni, quando giocava in Europa cambiava 7-8 elementi rispetto a chi giocava in campionato. È chiaro che quando poi vengono meno le coppe giocano spesso determinati giocatori perché sono più affidabili. Siamo soddisfatti di Tchaouna, abbiamo rifiutato bei soldi fino all'ultimo giorno. Siamo strasoddisfatti di Noslin, sono convinto che questi giocatori faranno qualcosa di importante nel futuro della Lazio. L'importante è che anche i nuovi hanno trovato un gruppo sano, questo significa che il gruppo è affiatato e pulito. C'è un gruppo che rispetta e si rispetta".
Ci sono rinnovi di contratto che possono concretizzarsi a breve?
"Non penso che ci siano impellenze, ora chiuso il mercato si può lavorare su qualche situazione che può emergere. Abbiamo il buon Pedro che ha 28 anni, a Braga l'ho visto come uno di 28 anni e non di 37. È andato in scadenza e gli è stato rinnovato il contratto. Chi si comporta bene la società non farà mancare nuovo contratto. Marusic e Mandas sono meritevoli di attenzioni e di adeguamento da una parte e di rinnovo dall'altra, detto che Marusic si rinnova il contratto automaticamente di un anno".
Quanti margini ha Gila? In cosa può migliorare e cosa l'ha resa più orgoglioso di questa squadra?
"Io non capivo perché non giocava (ride, ndr). Non ho tempo di festeggiare e godermi nulla, il calcio ti pone sempre di fronte a sfide difficili e tutto si azzera in un nanosecondo. Il dispiacere è il non riuscirsi a godere neanche una vittoria, chi fa questo mestiere però lo sa benissimo. La cosa bella è che una vittoria può portare a gioire un intero popolo e un'intera tifoseria. Noi che facciamo questo mestiere non abbiamo tempo di gioire".
Ci può raccontare la formula di acquisto che ha portato qui Provstgaard e Belahyane?
"L'ho detto in tanti modi, il calcio si può fare in tanti modi. Conosco tutte le dinamiche e i tranelli, oltre che i segreti di questo mondo. Quando dico che il mercato è un poker allargato intendo proprio che ognuno bleffa a proprio modo. Il mercato si può fare gettando i soldi, perché i soldi non sono i tuoi e non hai rispetto per la gente, ma lo stesso mercato lo puoi fare con le idee. Lo scorso anno lo si vede con le operazioni Rovella e Pellegrini fatta con un'idea, così come abbiamo fatto quest'anno con Provstgaard e Belahyane. Non significa che non abbiamo pagato, perché poi i soldi verranno versati e i giocatori saranno pagati. Così facendo però si evitano problematiche e sanzioni, Reda e Oliver sono due giocatori di proprietà della Lazio presi a titolo definitivo. L'unico è Ibrahimovic perché il Bayern non voleva darcelo alle nostre condizioni, ma abbiamo fatto l'operazione in prestito con diritto di riscatto e il Bayern si è tenuto un controriscatto".
Quanto è importante la Champions per la società?
"Non voglio fare pronostici perché poi vengono sovvertiti. Oggi c'è una forbice che si è vista, c'è un trend che abbiamo visto da questa squadra. Se si continua con l'umiltà e il lavoro ci possiamo togliere delle soddisfazioni, ma non possiamo mai abbassare la guardia. In questo campionato ci sta che l'ultima rende difficile la vita alla seconda. Già da domenica che viene il Monza dove sembra una partita scontata ma vedrete che non sarà così, anzi credo che sarà una delle partite più difficili che andremo ad affrontare. Quando ci sono queste squadre che si possono sottovalutare la presunzione ti può giocare brutti scherzi. Sono già in tensione per la partita di domenica, conosco il calcio e so che spesso se sottovaluti qualche squadra quei punti non li recuperi più. Speriamo di aver fatto tesoro di alcune cose".
Queste formule servono per non rimanere legati dall'indice di liquidità?
"Ho detto una cosa diversa, è sfuggito il controriscatto. Non faccio il giornalista, non so chi fa il titolo. Se faccio un'operazione e mi viene messo un controriscatto io sono sempre perdente, per questo faccio un'altra operazione. Nel caso di Provstgaard e Belahyane non c'è alcun controriscatto, ma abbiamo riservato una piccola percentuale di futura rivendita. Il Bayern voleva il controriscatto e aveva altre vedute, poi la differenza la farà il calciatore. Se dovesse trovarsi bene può rimanere qui alla Lazio e questo può essere un elemento a nostro favore. Il Bayern non ha rifiutato questa formula, ma tiene a questo giocatore e ha spinto per avere questo controriscatto. Vedremo a fine anno cosa verrà fuori. Sugli altri non c'è nulla da eccepire, sono giocatori della Lazio. Abbiamo trovato formule giuste come negli anni precedenti".
Qual è la collocazione tattica di Dele-Bashiru?
"Questa è una domanda tecnica che potrà esser fatta a Baroni. Io non entro nel merito delle scelte dell'allenatore, così come l'allenatore non deve entrare nel merito delle scelte della società. Ci deve essere grande rispetto e sintonia tra le parti, così si crea l'alchimia giusta da trasferire all'interno dello spogliatoio. Io non vado a chiedere delucidazioni sulle scelte tecniche, il direttore deve fare conto sulle scelte dell'allenatore. Sulle uscite l'allenatore pone un veto, poi il veto arriva fino a un certo punto. Se una società porta 100 milioni per un giocatore con tutto il bene il giocatore parte. Per Romagnoli abbiamo detto no e ce l'hanno chiesto, stessa cosa per Rovella, Dele-Bashiru e Tchaouna. Non solo abbiamo assecondato il parere del tecnico, ma abbiamo certificato e messo un timbro sul nostro programma. Vogliamo creare un gruppo importante nel tempo, non si possono cambiare 20 giocatori dall'oggi al domani. L'obiettivo è non deludere nessuno, se davo Nuno Tavares a 60 milioni qualcuno poteva storcere il naso. A gennaio ho detto no, a luglio se si presenta un'offerta importante la società può pensarci, anche sentendo l'allenatore ma in maniera diversa. Oggi siamo in piena corsa per la Coppa Italia, l'Europa e il campionato, come possiamo prendere in giro i tifosi indebolendo la squadra? Bisogna fare delle rinunce importanti, ma la coerenza ci deve essere".
16.28 - È terminata la conferenza stampa di Angelo Fabiani