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Guardiola risponde a Capello: "Non sono abbastanza bravo da rovinare il calcio italiano"

Guardiola risponde a Capello: "Non sono abbastanza bravo da rovinare il calcio italiano"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 18:42Serie A
di Daniele Najjar

Arriva la risposta del diretto interessato dopo il durissimo attacco che l'ex tecnico di Juventus, Roma e Milan, Fabio Capello, aveva rivolto a Pep Guardiola. Ecco le parole del tecnico del Manchester City nella conferenza stampa che ha tenuto oggi: "Io ascolto tutto quello che la gente dice di me, tutto, quindi fate attenzione. Non è la prima volta che il signor Fabio Capello dice questo. Non sono abbastanza bravo per rovinare il calcio italiano. Il calcio italiano è molto più importante del modo in cui lo facciamo. Un grande abbraccio a Fabio, un grande abbraccio".

Le parole di Capello su Guardiola
Capello aveva dichiarato in un'intervista a El Mundo di rispettare il lavoro di Guardiola e che con il Barcellona ha fatto la storia del calcio, ma di non essere proprio un suo ammiratore. Tutto nasce da uno screzio ai tempi della Roma: "Non abbiamo mai discusso di nulla. Un giorno venne a spiegarmi come avrei dovuto svolgere il mio lavoro e io gli risposi: 'Vai a correre e poi potrai parlare'. Il fatto è che lui camminava in campo e non avevo intenzione di farlo giocare al posto di chi meritava di più. Quella fu la fine del dibattito.

Sai cosa non mi piace di Guardiola? La sua arroganza. La Champions League vinta con il City è l'unica in cui non ha tentato nulla di strano nelle partite decisive. Ma tutti gli altri anni, a Manchester e a Monaco, nelle giornate chiave, voleva sempre essere il protagonista. Cambiava e inventava per poter dire: 'Non sono i giocatori a vincere, sono io'. E questa arroganza gli è costata diverse Champions League. Lo rispetto ma ha fatto molto male al calcio, anche se non è colpa sua. Perché tutti hanno impiegato dieci anni per cercare di copiarlo. Ciò ha rovinato il calcio italiano, che ha perso la sua natura. C'era anche l'idea assurda che questo fosse tutto ciò che serviva per giocare bene. Un disastro e anche una noia che ha fatto sì che molte persone non guardassero più le partite intere ma solo i momenti salienti, perché ormai erano solo 90 minuti di passaggi orizzontali, senza lotta e senza corsa... Fortunatamente, il calcio sta cambiando e anche la Spagna lo ha fatto, vincendo il campionato europeo con due ali e giocando velocemente".

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