Il Barcellona, il Bologna, Maicon e Julio Cesar. Inter, odore di triplete e di chiusura del cerchio

Dici Bayern Monaco e Barcellona, e in casa Inter il primo pensiero, se si parla di Champions League, corre indietro di quindici anni. In ordine inverso, però i blaugrana in semifinale sono una ricorrenza felice, per la squadra nerazzurra. Simone Inzaghi sulle tracce di José Mourinho, con tutte le differenze del caso: caratteriali, comportamenti e tattiche. Però, alla fine, conta quello che l’Inter può ancora vincere. E oggi la risposta è tutto.
A bordo campo a San Siro, mentre l’Inter superava i tedeschi di Kompany, c’erano Maicon e Julio Cesar. Il terzino brasiliano è corso ad abbracciare Barella e compagni al triplice fischio. È odore di impresa, quello che si respira al Meazza. È tempra, quella che tiene in piedi l’Inter quando tutti - partire dai giocatori tedeschi - si sarebbero aspettati il crollo. È congiunzione astrale, chi lo sa.
Prima degli incroci di Champions, prima della possibile finale di Monaco, c’è il Bologna. È il prossimo orizzonte, di campionato, non meno importante perché la grande differenza di questo campionato è il testa a testa. L’Inter, al Dall’Ara, ha già perso uno scudetto e non ha nessuna intenzione di bissare l’esperienza. Per questo Inzaghi farà un po’ di turnover, ma non snobberà nulla. Se i tifosi sognano il triplete, per il tecnico piacentino può essere la chiusura del cerchio. Con la finale di Istanbul, ma prima ancora con l’unica cosa che - anche inconsciamente e magari immeritatamente - qualche stoico della critica nella Milano nerazzurra gli rimprovera ancora.
