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Gilardino e il futuro al Genoa: "Oltre all'aspetto contrattuale, bisognerà capire gli obiettivi"

Gilardino e il futuro al Genoa: "Oltre all'aspetto contrattuale, bisognerà capire gli obiettivi"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 4 aprile 2024, 13:00Serie A
di Tommaso Bonan

Alberto Gilardino, tecnico del Genoa, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Serie A. Tra i vari temi, si parla anche del futuro: "Se allenerò ancora il Genoa? Io dico sempre la verità: qua ho fatto e sto facendo un percorso di crescita incredibile. Il pensiero più grande è finire nel modo migliore questa stagione, ci sarà poi il tempo di pensare al futuro. La decisione non spetterà solo a me, per ora cerchiamo di finire nel modo migliore e fare più punti possibili. In quelle situazioni, oltre all'aspetto contrattuale, bisognerà capire gli obiettivi e i programmi in base a quale sarà la volontà della società nei confronti della squadra. Se la società deciderà di sacrificare giocatori bisognerà capire quali giocatori entreranno, che magari avranno bisogno di tempo per adattarsi. Il mio sogno da allenatore? Confermarmi come allenatore di Serie A, questo diventa importante nell'ottica di futuro immediato. Io vivo molto nella realtà quotidiana, penso una partita alla volta e cerco di non pensare oltre. Cerco di ragionare così anche per il futuro".

Il Genoa
"La fiducia è fondamentale e determinante per un allenatore, perché sentendosi sostenuto dal club trasmette il tutto alla squadra, allo staff e al gruppo. Il 1 Luglio 2022 sono diventato allenatore della Primavera del Genoa, ma per capire come sono andate le cose dobbiamo fare un passo indietro: mi sono incontrato con il direttore Carlo Taldo in un bar a Chiavari per bere un caffè; al termine del nostro colloquio non avevo certezze o conferme, ma le sensazioni erano molto positive. Io amo questo sport e vivo di emozioni, di passione e di momenti. Di carattere sono molto introverso, ma le emozioni che vivo con questa società sono impossibili da placare. Il 6 Dicembre sono diventato allenatore ad interim della prima squadra: avevo le possibilità di giocarmi la panchina e di dimostrare quanto valevo, con la voglia di giocarsela alla grande. Mi sono portato il mio secondo dalla Primavera e tutto lo staff che avevo, che è stato fondamentale per raggiungere l'obiettivo. In questo lavoro le emozioni vanno lasciate da parte quando si è in campo, bisogna essere chiari con i giocatori e condividere con loro gli obiettivi".

La promozione in Serie A col Genoa
"Dico spesso ai ragazzi che prima di andare a dormire, la sera, bisogna porsi un obiettivo e rincorrerlo fino a raggiungerlo; per farlo ci sono mille strade ma quella più importante è la costanza e il desiderio di volerlo centrare. Ragionando così prima o poi ce la si fa. Essere me stesso mi ha permesso di farmi capire, di far vedere l'uomo prima dell'allenatore, di trasmettere idee chiare e motivazioni positive. Dopo la promozione dalla Serie B alla Serie A non ho avuto pensieri di sconforto, anzi avevo voglia di mettermi in gioco; ho avuto subito la percezione di quello che è il nostro campionato dopo la prima partita con la Fiorentina che mi ha fatto barcollare un attimo, ma già a Roma con la Lazio avevamo capito come raddrizzare il tiro per riuscire a fare bene. Il DNA del Genoa è passione e determinazione, rabbia agonistica e anche saper giocare a calcio, perché quest'anno abbiamo saputo giocare a calcio e in più partite abbiamo fatto grandi partite contro grandi squadre. Paradossalmente abbiamo sofferto un po' di più giocando contro squadre che si giocano tanto, come per esempio nella partita pareggiata in casa con il Frosinone. Siamo cresciuti tantissimo dall'inizio ad oggi, sia come singoli che come gruppo. Tanti giocatori come Gudmundsson, Bani, Frendrup, Sabelli e De Winter hanno fatto un percorso importante. Sono rientrati giocatori importanti come Retegui, Malinovskyi e Messias: vorrei citarli tutti perché tutti hanno avuto una crescita straordinaria e sono stati impattanti nel corso della stagione".

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