Paci e il progetto seconde squadra: "Con troppe Under23 la Serie C scomparirebbe"
Massimo Paci, ex tecnico di Pro Sesto, Pro Vercelli, Pordenone, Teramo e Forlì è stato ospite quest'oggi dei microfon di TMW Radio all'interno della trasmissione 'A Tutta C' per analizzare i tempi del torneo di terza serie. Queste le sue parole:
Ci può dare una sua valutazione complessiva su questo campionato?
“Secondo me sta crescendo il livello, la Lega Pro da due anni è più visibile grazie a Sky. Seguendo le partite, grazie soprattutto a nuovi allenatori, si sta vedendo maggiore qualità e si vedono più idee di gioco. Rispetto agli anni Duemila il livello del calcio italiano è sceso dalla Serie A alla Serie C, qui c’erano quasi tutti i palloni d’oro. La qualità individuale è scesa ma è salita l’organizzazione grazie alle idee delle nuove generazioni di allenatori. C’è più cura dei dettagli, vedere la Serie C adesso è emozionante, specialmente in alcuni stadi”.
Cosa sta portando l’ingresso delle seconde squadre?
“Ha portato sicuramente qualcosa, come giovani importanti alzando la qualità del torneo. Stanno facendo fatica Milan e Juve con giocatori di categoria che sanno come vincere le partite. La Serie C è una questione di esperienza, non solo tecnica o tattica. Le seconde squadre hanno alzato la qualità individuale. Sono favorevole? Mi adeguo al sistema con la consapevolezza che sparirebbe la vera Serie C se tutte le squadre di Serie A dovessero portare la seconda squadra in Serie C”.
La sta sorprendendo qualche squadra in particolare?
“Credo che fino ad ora i pronostici sono più o meno confermati, mi sta sorprendendo il Renate a prescindere dalla sconfitta di ieri. L’esperienza nel formare le squadre è importante, allenatori e direttori nuovi devono fare un periodo di gavetta inevitabile. La Torres come ogni anno riesce a stupire, il Monopoli rispetto allo scorso anno sta facendo qualcosa di eccezionale”.
Come si spiega questo equilibrio e le difficoltà delle big nel girone C?
“C’è tanta pressione dovuta alla tifoseria e al popolo che segue la squadra, specialmente nel girone C quando ci sono 5/6 mila abbonati i tifosi si fanno sentire. Le società poi spendono dei soldi, essere sostenibili in una categoria con pochi introiti è difficile. Vanno apprezzate le proprietà che investono, tante volte si pretende la vittoria ma non è sempre facile. C’è pressione perché ci sono tanti allenatori e direttori sportivi nuovi, tanti anni fa allenatori e direttori sportivi comandavano. Adesso al primo momento di difficoltà si pensa a cambiare e quella pressione si gestisce malvolentieri. La Serie C ogni anno racconta 40 o più esoneri. Per migliorare il sistema bisognerebbe dare continuità, io da allenatore però mi adeguo al sistema”.
Nel Girone B pensa che l'attuale equilibrio potrà perdurare fino al termine della stagione?
“Credo che sia il girone più difficile oltre che il più equilibrato. Mi sorprende l’inizio della Ternana, ha cambiato tanto e c’è stato anche il cambio di proprietà, c’erano diversi fattori di confusione invece sono rimasti concentrati e hanno fatto bene. Con il Pescara invece non avevo dubbi, Baldini è bravo non solo tatticamente, ma emotivamente. Se ti entra dentro può far bene e non avevo dubbi. Mi dispiace per l’Ascoli che sta vivendo un periodo molto difficile. La prima partita del nuovo allenatore è andata male, io vivo qui vicino e c’è malcontento. C’è un ambiente molto pesante ad Ascoli, vengono contestati presidente e direttore. Bisogna iniziare a fare qualche vittoria per alleggerire la pressione”.
Nel Girone A, invece, si profila un testa a testa tra Padova e Vicenza per la Serie B?
“Si, sicuramente come lo scorso anno. Hanno la potenzialità per vincere entrambe, credo che il Padova sia leggermente avanti come potenzialità ma questo non vuol dire nulla. Il campionato è lungo, bisognerà vedere come arriveranno a marzo e aprile quando si giocheranno la vittoria”.