Buffon: "Tre anni fa consigliai Motta ad Agnelli. Ho fiducia, ma viene dopo un mostro sacro"
Gianluigi Buffon, capo delegazione dell'Italia ed ex portiere di Juventus e Parma, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, non sottraendosi a domande sull'attualità, in particolare sui bianconeri: "Ho una stima enorme in Thiago Motta, l'ho avuta da giocatore, l'ho avuta come persona e ce l'ho anche da allenatore. Tre anni fa, quando ogni tanto parlavo con il presidente, si vociferava di un cambio di allenatore, si parlava e mi chiedeva chi avrei preso. Io vedendo il physique du role, come ha passato determinati momenti difficili e come li ha gestiti, seppur in piazze piccole come lo Spezia, per me Thiago Motta non può non diventare un allenatore da grande squadra. E quando la Juve lo ha preso sono stato veramente felice perché a me piace. Anche adesso, al di là delle difficoltà del caso, penso che abbia qualcosa di buono da trasmettere e abbia anche un passato da giocatore che lo rende abituato a stare in certi posti e a gestire determinate pressioni. Ho grande fiducia in lui. Il suo ruolo è molto difficile perché va a sostituire un mostro sacro. Venire dopo una figura come Allegri è veramente complicato alla Juventus".
C'è un allenatore che avrebbe voluto avere e che non ha avuto?
"Conoscendolo adesso da vicino devo dire che Spalletti mi sarebbe piaciuto averlo perché mi ci ritrovo tanto in certe sue considerazione, in certi suoi pensieri e nel suo coraggio. A volte come dice lui 'ha fatto casino', ma ha sempre dimostrato coraggio e di voler dare al gruppo la predominanza sul singolo. Questo è sinonimo di una persona che lotta per un'uguaglianza, che nel calcio non ci può mai essere fino in fondo perché ci sono i campioni e i meno campioni, come in tutti i lavori, ci sono gli architetti e gli operai".
Qual era il suo rapporto con Mandzukic?
"Lui era particolare. Il primo giorno gli dettero un armadietto in mezzo allo spogliatoio e lui disse: 'No good'. Diceva solo questo (ride, ndr). Si è messo in un angolino da solo… Ma era un finto burbero perché le sue caratteristiche erano chiare: altruismo, cuore d'oro. Era uno su cui potevi contare quando la gara cominciava a essere maschia, era molto positivo averlo dalla tua parte".
Che cosa pensa del momento di Mbappe?
"Non gli pesa sicuramente la maglia del Real, gli pesano tutte le aspettative che ci sono dietro a ciò che è successo, compreso ingaggio e quello che si muove dietro di lui. Come è normale che sia, quando stravolgi la tua vita, hai bisogno di entrare nella nuova realtà e cominciare a ricostruirti i punti fermi della tua routine: la tua casa, i tuoi bar, le tue strade, i tuoi amici, il tuo fisioterapista, il tuo allenatore. Poi ricostruisci una situazione analoga a quella della società precedente tornerà. Non si può discutere uno come lui. Eravamo in grande confidenza a Parigi, mi voleva bene e gliene volevo. All'epoca aveva del buono dentro, era un ragazzo sano. Se avesse avuto suggeritori vicino di un certo livello avrebbe potuto fare meglio di quanto fatto. Uno come lui, per le doti tecniche e fisiche, non ha limiti, il Pallone d'Oro è l'arrivo normale".