Martinelli è il mancato Retegui bis di Roberto Mancini. E se lo godrà Ancelotti

Nell'ottobre del 2019, la Federazione Giuoco Calcio Italiana prende contatti con l'Arsenal e con l'entourage di Gabriel Martinelli. Il diciottenne talento brasiliano ha passaporto italiano, è stato convocato solo dalla Nazionale olimpica verdeoro e mai dalla prima squadra. La FIGC cerca di accelerare i tempi, siamo nel periodo dove Roberto Mancini e il suo staff, coi suoi osservatori, cerca di perlustrare e scandagliare al meglio tutto il globo in cerca di giocatori dalla doppia nazionalità. Missione che riuscirà poi in Argentina, col Tigre: Mateo dirà sì, vestirà l'azzurro. Martinelli, invece...

"Non è così facile, serve una richiesta, serve tempo. Sono giocatori col doppio passaporto". Mancini conferma l'intenzione, intanto Tite lo convoca per alcune sedute di allenamento col Brasile senza però mai scendere in campo. C'è tempo, c'è modo. Il 2001 di Guarolhos, cresciuto col futsal, a nove anni è già un prodigio. Le grandi d'Europa lo seguono, lo chiamano, lui si convince a giocare a undici ma ancora in Brasile all'Ituano in quarta serie. Giovanissimo, fa 10 reti in 34 partite in quarta serie. E' di un'altra categoria. Da un club così piccolo passa a Londra per 8 milioni di euro, per l'Ituano è Natale, per l'Arsenal un colpo da novanta. La FIGC tiene vivi i contatti. Ma Martinelli che vuol fare?

"Talento del secolo". Jurgen Klopp prima di sfidarlo forse (sicuramente) esagera, per provare a mettergli pressione. Intanto gioca col Brasile ma ancora non in prima squadra. Il padre Joao Carlos gli dà la possibilità di scegliere, e Martinelli lo fa. Marzo 2022. Sceglie la Selecao, per le gare contro Cile e Bolivia. Tite lo convince, lui in fondo non ha mai avuto dubbi. Oggi un'altra prova da grande, la sfida al Paris Saint-Germain in Champions League. Poi sarà di nuovo tempo di Nazionale. E se lo godrà (con tutta probabilità) un italiano, ma di nome Carlo e di cognome Ancelotti...