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Bari, Lasagna: "Capisco i fischi dei tifosi, noi diamo sempre il massimo. Vorrei rimanere"

Bari, Lasagna: "Capisco i fischi dei tifosi, noi diamo sempre il massimo. Vorrei rimanere"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:04Serie B
di Daniel Uccellieri

Kevin Lasagna, attaccante del Bari, è intervenuto ai microfoni di Tele Bari durante l'appuntamento serale de Il bianco e il rosso TB Sport. Di seguito le sue dichiarazioni riportatate da TuttoBari.com.

Penso che questa squadra abbia grandi qualità. Ci sono stati tanti alti e bassi, ma anche tante partite, come a Palermo, in cui abbiamo fatto vedere che siamo un ottimo gruppo e squadra. Siamo riusciti a rientrare sul 2-1 ma non abbiamo trovato la svolta per riuscire a pareggiare la partita. Anch’io quando sono uscito mi è sembrato il solito giro pallo, mancava però sempre l’ultimo passaggio per spaventare il Modena. Anch’io dal campo l’ho vissuta così.”

Sul suo obiettivo a Bari: “Non sono contento dell’obiettivo gol, speravo nella doppia cifra. Sono però contento di come sta andando la stagione, dei miei compagni. Do in ogni partita il 110%, e questo è l’importante, la stagione sta andando bene e sono contento per questo.”

Sui fischi ricevuti: “In quel momento il giocatore accetta tutto e non. È il momento in cui i tifosi si aspettano di più, ma devono anche capire che chi entra in campo lo fa dando sempre il massimo, ci sono delle volte in cui situazioni vengono sbagliate. Quello che dico è che cerchiamo sempre di dare il massimo. Abbiamo un organico forte per competere e per arrivare ai playoff, dove potremmo dimostrare chi siamo. Non sappiamo a cosa sia dovuta la discontinuità, se sia un problema mentale, di tattica o di tecnica. Cerchiamo di capirla, ma è difficile anche per noi.”

Sulla fine del campionato…”Dobbiamo stringere i denti, l’obiettivo lo sappiamo ed è alla portata, ma dobbiamo necessariamente prendere punti ovunque.”

Sul futuro a Bari: “Io ho ancora un anno con il Verona appena finito questa stagione. Mi piacerebbe rimanere a Bari, è una città importante, penso si possa fare qualcosa di bello. Accettai Bari pur avendo altre proposte perché far qualcosa di importante in questa città può segnarti la carriera e rimanerti dentro. Io sono un professionista. Non penso a quante giornate mancano prima di andarmene, anzi spero di restare il più possibile anche grazie alle clausole del contratto.”

Sull’esperienza in Turchia: “Sono finito lì perché alla società piaceva comprare giocatori italiani, l’anno prima ad allenare c’era Pirlo. Provai questa esperienza, speravo servisse come anno di rinascita dopo gli anni non belli a Verona. Il calcio però lì non si vive a 360 gradi come qui, gli allenamenti erano meno intensi della Serie A. Mancava anche il fattore famiglia, perché mia moglie e i miei bambini non erano con me.”

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