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Big match, piccoli risultati: il limite invisibile della Roma

Big match, piccoli risultati: il limite invisibile della RomaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:45Serie A
di Debora Carletti

La Roma si avvicina allo scontro con l’Inter con l’urgenza di dare una risposta chiara. Non solo alla classifica, ma anche a se stessa. La striscia di 17 risultati utili consecutivi in campionato ha certificato una continuità mai vista altrove in Serie A, eppure resta una macchia che rischia di pesare sul giudizio finale: l’incapacità, finora, di vincere i big match. Soprattutto in trasferta.

L’unico acuto stagionale è arrivato nel derby d’andata. Poi solo pareggi o sconfitte nei confronti diretti, in particolare lontano dall’Olimpico. Un copione che si ripete da tempo: l’ultima volta che la Roma ha espugnato il campo di una “grande” è datata ottobre 2022, quando al Meazza batté l’Inter di Inzaghi in rimonta. Da allora, nessun successo esterno con le principali rivali: Atalanta, Bologna, Fiorentina, Juventus, Milan, Napoli, senza dimenticare la Lazio nei derby “fuori casa”.

In mezzo a queste certezze statistiche si inserisce una narrazione confusa, anche ai vertici del club. Da una parte Ranieri che, con estrema lucidità, ha descritto la qualificazione Champions come un capolavoro realizzabile solo in caso di un cedimento delle rivali. Dall’altra, Ghisolfi che ribadisce la fiducia nel gruppo e nella sua competitività. Due linee comunicative opposte che, inevitabilmente, lasciano trasparire una certa instabilità.

Ma è proprio ora che serve fare chiarezza, anche dentro lo spogliatoio. Perché se la Champions resta un obiettivo complicato, l’Europa League va centrata con convinzione. Mollare ora, per stanchezza o mancanza di motivazioni, sarebbe l’errore peggiore. Anche perché, dopo una stagione già piena di inciampi e contraddizioni, aggiungerne altri per mancanza di fame sarebbe quasi autolesionismo.

Nel calendario che si avvicina non ci saranno pause: dopo l’Inter, arriveranno Fiorentina, Atalanta e Milan. Un poker di partite che definirà le ambizioni reali dei giallorossi. L’unica sfida, almeno sulla carta, con meno pressione sarà l’ultima contro il Torino. Ma il destino si gioca prima.
Questa Roma ha tutto per provarci. Serve solo una cosa: non avere paura del palcoscenico. Perché chi vuole la Champions, deve cominciare a vincere da grande.

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