Mantenere lo stesso stipendio (e non il minimo salariale) a Fagioli è un'opportunità per la Juve

"Pieno supporto a Nicolò Fagioli". Si può riassumere così il comunicato che la Juventus ha pubblicato sul proprio sito pochi minuti dopo che la FIGC ha confermato la squalifica di Fagioli - 7 mesi, 12500 euro di ammenda, 10 incontri pubblici in 5 mesi per sensibilizzare al tema ludopatia - che è in vigore sin da subito e che gli lascerà la possibilità di giocare, eventualmente, l'ultima di campionato e in via ipotetica di essere convocato per l'Europeo.

Anche perché, a termine di regolamento, la Juventus poteva eventualmente ridurre al minimo salariale lo stipendio di Fagioli. Intorno ai 2700 euro al mese, 40 mila lordi all'anno, di fatto risparmiando poco meno di 600 mila euro sullo stipendio dell'ex Cremonese che è intorno al milione. C'è però una controindicazione etica: Fagioli ha sbagliato spendendo in scommesse molto di più di quanto ha guadagnato finora nella sua carriera e sarebbe stato ingiusto abbandonarlo così. Anche perché era in un ottimo momento di crescita, quasi all'esplosione, tanto che su Transfermarkt vale circa 35 milioni di euro. E poi è una questione di opportunità: è vero che Fagioli ha ancora tre anni di contratto, ma è uno dei meno pagati in rosa. Questo aiuto lo porterà a essere moralmente affezionato alla Juve, ancor più di quanto non lo è già.

Così la sensazione è che i bianconeri possano anche rinnovargli il contratto, in scadenza 2026, cercando un accordo verso l'alto ma senza arrivare a cifre altissime come, probabilmente, avrebbe chiesto senza questo scandalo. I complimenti alla Juve vanno fatti, anche se Fagioli è comunque un asset importante del valore della squadra.