Rivaldo non dimentica: "Van Gaal mi limitava, toglieva libertà. Ci sono state discussioni..."
Vítor Borba Ferreira Gomes, meglio noto come Rivaldo, ne ha passate di squadre nella sua carriera. Quindici per l'esattezza, tra il debutto nel Paulista al salto in Europa con il Deportivo La Coruña, poi Barcellona e Milan, con delle esperienze qua e là tra Turchia, Grecia e non solo. Il periodo a lui più caro, dove trascorse più anni, è stato quello vissuto con la maglia blaugrana indosso (1997-2002), con 4 trofei e un Pallone d'Oro a corredo.
Nell'intervista rilasciata a Marca, Rivaldo ha voluto riesumare quei ricordi: "È stata un'esperienza meravigliosa, ho vissuto tanti momenti fantastici all'interno del club. Ho vinto trofei, mi hanno eletto miglior giocatore del mondo giocando con il Barcellona. Sono stati quindi cinque anni fantastici che ho trascorso lì. Già all'inizio, cominciando con il titolo di campione di Spagna, un trofeo importante per la mia carriera".
Eppure il ritorno di Louis Van Gaal nell'estate del 2002 ha rovinato tutto, per via di un rapporto alquanto aspro tra i due: "Van Gaal è un grande allenatore. Ogni volta che faccio un'intervista parlo bene di lui, perché è un grande allenatore, ma non gli piacciono i giocatori che si mettono in evidenza, quelli che fanno qualcosa di individuale. Lui è molto collettivo. E, ovviamente, anch'io ero molto collettivo. Però ci sono momenti in cui avrei potuto fare molto di più. Mi limitava, mi toglieva tutta la mia libertà".
Con tanto di ammissione e retroscena di attriti ben visibili al Barcellona: "A volte negli allenamenti, in alcune partite, ci sono state delle discussioni tra Van Gaal e me. Ma ho sempre detto che è stato un grande allenatore. Lui mi ha preso e voleva che giocassi sulla fascia sinistra. Ho giocato diversi partite, per due anni, come ala sinistra, ma a un certo punto ho detto: 'no, devo fare qualcosa di più'. Stavo facendo cose buone sulla fascia sinistra, perché ero nel fiore degli anni - ha spiegato Rivaldo -, potevo giocare in qualsiasi posizione e avrei fatto bene. Avevo molta fiducia, sapevo che potevo rendere di più, che ero un '10', che volevo essere un '10', che volevo giocare al centrocampo, per i passaggi che facevo, gli assist".