Rice racconta la prima punizione: "Odegaard e lo specialista dell'Arsenal mi urlavano di crossare"

“Probabilmente il momento migliore della mia carriera fino ad oggi”. Parole che pesano, soprattutto se pronunciate da uno come Declan Rice, uomo simbolo di quella Conference League vinta con il West Ham, la squadra del suo cuore. Ma segnare due gol su punizione contro il Real Madrid, nella gara d’andata dei quarti di finale di Champions League, ha un sapore unico. Per lui, esordiente assoluto nei tiri diretti da fermo in carriera, è stato come riscrivere il destino, con lo stile di Roberto Carlos per la potenza e di David Beckham per la precisione.
Due capolavori su punizione che non solo aprono nuove prospettive personali, ma rilanciano l’Arsenal, ora con un piede in semifinale. Eppure, nonostante il 3-0 rifilato al Real, l’uomo della serata sarebbe potuto essere Thibaut Courtois, autore di cinque parate decisive che hanno evitato un passivo ancora più pesante per i blancos. Ma neppure il miglior portiere al mondo è riuscito a salvare il muro fragile sulle due punizioni di Rice. Lo ha ammesso lui stesso: “Posso assumermi la responsabilità. Forse avrei dovuto mettere un uomo in più (sul muro), ma non pensavo di dover coprire così tanto spazio”.
Rice, intervistato da Prime Video, ha spiegato la genesi della prima punizione: “Io e Odegaard stavamo parlando di fare un cross, anche lo specialista delle punizioni dello staff mi urlava di crossare, ma poi Bukayo (Saka) mi ha detto: ‘Se te la senti, prova’. Quando ho visto la barriera… non aveva senso crossare. Sono felice di averci provato, è stato magico". Anche il secondo gol, nato quasi per caso, ha mostrato la freddezza e la consapevolezza di un giocatore in fiducia: “Io e Ødegaard stavamo per giocarlo corto, ma Mbappé era troppo vicino. Allora ho pensato che fosse giusto calciare dalla parte del portiere. Mi alleno tanto su queste situazioni, ero sicuro".
