Pique su Guardiola: "Un genio, ma ti sfiniva: cambiava anche linguaggio"
L'ex colonna di Barcellona e Nazionale spagnola, Gerard Piqué, nel corso dell'intervista rilasciata al Corriere dello Sport ha parlato anche del rapporto con il suo ex tecnico Josep Guardiola.
Ti avrei visto bene allenatore o dirigente e invece hai scelto un percorso parallelo.
"Magari in futuro rientrerò nel calcio facendo altre cose. In questo momento mi sento focalizzato e a mio agio. Fare l’allenatore però non mi interessa, vent’anni di routine mi hanno portato alla saturazione. Ogni giorno l’allenamento, la partita ogni tre o quattro, avevo proprio bisogno di staccare".
Sfinito anche da Guardiola?
"Un po’, sono stati tanti anni, anni di carriera in grandi club come il Manchester United e il Barça dove sei costretto a giocare ogni tre giorni e va a finire che non ne puoi più. Conservo ricordi bellissimi, ho avuto tanta fortuna e vinto tantissimo, ho realizzato il sogno di bambino, giocare al Camp Nou".
Hai fatto parte di una generazione di fuoriclasse. Toglimi una curiosità: avete dato più voi a Guardiola o lui a voi?
"Avevamo quote di talento incredibili. Ma l’aspetto più straordinario di quel periodo è proprio la combinazione con Pep. Arrivammo praticamente insieme al Barça, io giocatore, lui in panchina. C’erano Messi, Xavi, Iniesta, Puyol, Busquets, eravamo fatti in casa, figli della Masia. Ci conoscevamo da sempre, l’intesa è risultata naturale, altrettanto facile seguire il modello di Pep".
Com’è lui da dentro?
"Penso che a livello tattico e strategico sia un genio, sa leggere la partita, prevedere come andrà a finire, ti dà tutti gli strumenti necessari per poter contrattaccare o difendere. E poi...".
E poi?
"Nella trasmissione del messaggio motivazionale è inarrivabile, e riesce a mantenere alta e costante l’attenzione del gruppo anche per più anni. Era complicatissimo, in uno spogliatoio di così alta qualità e che aveva vinto tanto, garantire lo stesso livello prestazionale, lui cambiava addirittura linguaggio".