Le gomitate di Van Basten, la classe di Platini: le "mitiche marcature" di Massimo Brambati
Protagonista della nuova puntata di Storie di Calcio è un volto noto di TMW Radio, Massimo Brambati. Cresciuto a Niguarda nelle giovanili della "Frassati", dai Pulcini fino agli Allievi, ha poi fatto la trafila nelle giovanili del Bovisio fino ad esordire nel campionato di Prima Categoria 1982-1983 e poi in Promozione lombarda 1983-1984. Poi il passaggio al Torino, dove fece esordio in Serie A per poi vestire anche le maglie di Empoli, Bari, Palermo, Lucchese, Ternana e Saronno. Ha fatto parte della Italia under 21 di Cesare Maldini e della spedizione a Seul con la Nazionale Olimpica partecipando all'Olimpiade del 1988.
Brambati ha vissuto gli anni d'oro del calcio italiano, quando nel nostro campionato militavano campioni del calibro di Michel Platini, Marco Van Basten, Ruud Gullit e via dicendo. E ha raccontato alcuni aneddoti particolari su diversi campioni affrontanti in carriera. "All'epoca c'erano duelli importanti, anche aspri. Nella marcatura a uomo già squadravi con gli occhi l'avversario, anche prima del fischio d'inizio", ha raccontato l'ex difensore, che è partito da Gianluca Vialli: "Era terribile da marcare, non era mai domo. Ti disturbava sempre, era grintoso e forte fisicamente". Per poi passare a Lothar Matthaus: "Era un giocatore di grande potenza e anche dal tocco straordinario. Per andargli dietro era difficile, non sapevi mai che posizione occupava. Era un giocatore che aveva un senso tattico importante. In quell'Inter era un vero leader". E su Careca ha detto: "Era un Napoli stellare, tra Maradona, Giordano e Carnevale facevi fatica a uscire indenne da queste sfide. Careca era veloce e un tocco di palla straordinario. Vedeva la porta come pochi altri. Io spesso marcavo Maradona, gli attaccanti sapevano che quando arrivavo io ero duro nei loro confronti".
Mentre su Marco Van Basten ha confessato: "Lo definirei un immarcabile quando era in vena. Palle alte erano tutte sue, aveva un tempismo e una tecnica incredibile. Era anche cattivello, rispetto a Gullit non c'era paragone. Coi gomiti, anche a gioco fermo, era attivo. E gli arbitri erano abbastanza permissivi. Ma aveva capito come affrontare i difensori italiani". Un pensiero anche su Michel Platini: "Lui è stato straordinario. Non capivi mai cosa avrebbe fatto. Svariava tanto e facevi fatica a seguirlo, era difficile da arginare il suo modo di giocare di prima. Lo avevo marcato una volta, dopo un giorno andai a mangiare fuori con mio padre e lo incrociai, non mi saultò ma poi mi arrivò una bottiglia di champagne da parte sua al tavolo".